9 aprile 1865: la fine della Guerra di Secessione americana

E' stata la prima "guerra totale" della Storia

di Domenico Colella

L’affermazione di una grande potenza che parte dal niente passa per un processo di scontro tra ideologie, culture e pratiche differenti, che si pensano egualmente forti e indirizzate all’imporsi in senso egemonico. Il 9 aprile 1865, con la sconfitta della Confederazione, si ebbe la fine di un tipo di progetto statunitense destinato ad essere impopolare. Gli eventi futuri avrebbero portato alla luce, però, ferite mai rimarginate.

La Guerra di Secessione, che infiammò gli Stati Uniti dal 1861 al 1865, fu una delle guerre più significative della storia americana. Al centro di questo conflitto, che vide contrapposti gli Stati dell’Unione (Nord) e quelli della Confederazione (Sud), vi furono principalmente divergenze politiche, economiche e morali, legate alla schiavitù e al ruolo del governo federale. La lotta per la secessione degli Stati del Sud, che portarono alla nascita degli Stati Confederati d’America, affondava le radici in una serie di conflitti sociali, economici e culturali che si erano sviluppati nel corso di decenni.

Le differenze tra il Nord e il Sud degli Stati Uniti erano profonde e destinate a diventare sempre più marcate, fino a sfociare in un contrasto irreparabile. La schiavitù, infatti, era inconciliabile con la mentalità democratica che prevaleva al Nord, dove da tempo operava un movimento abolizionista attivo e diffuso. Inoltre, il sistema schiavista non si adattava alla filosofia del capitalismo moderno, che richiedeva una manodopera mobile per un mercato interno in espansione.

Negli anni ‘40 e ‘50, con l’espansione dell’industria, in particolare nel settore meccanico, e con la diminuzione dell’importanza della produzione di cotone, che restava cruciale per il Sud, le relazioni tra il Nord-Est industriale e l’Ovest agricolo si intensificarono. L’Ovest, infatti, trovava sbocchi per i suoi prodotti nelle città in rapida espansione, mentre l’industria meccanica vi vendeva soprattutto macchine agricole. Questo scenario contribuì a intensificare il conflitto sulla schiavitù: i piantatori del Sud chiedevano l’espansione del sistema schiavista nei nuovi territori per coltivare cotone, ma incontrarono l’opposizione sia dell’opinione pubblica del Nord che dei coloni dell’Ovest, che desideravano terre a buon mercato o addirittura gratuite per coltivare cereali.

Con l’inizio degli anni ‘50, i tradizionali partiti – Democratico e Whig (liberale) – attraversarono una crisi profonda. I democratici si schierarono progressivamente con gli interessi dei grandi proprietari schiavisti, mentre, nel 1854, un gruppo dell’ala progressista dei Whig fondò il Partito Repubblicano, che assunse una posizione nettamente antischiavista. Il nuovo partito si fece portavoce delle istanze della borghesia industriale del Nord, che chiedeva tariffe doganali più alte per proteggere la produzione locale, e dei coloni dell’Ovest, favorevoli alla distribuzione gratuita di terreni pubblici.

Il Partito Repubblicano guadagnò rapidamente consensi, culminando con la vittoria di Abraham Lincoln alle elezioni del 1860. Lincoln, avvocato originario del Kentucky, pur essendo contrario alla schiavitù, non era un abolizionista radicale e, durante la campagna, aveva escluso l’intenzione di abolire la schiavitù negli Stati dove era già legalmente praticata. Tuttavia, la sua vittoria fu percepita dal Sud come l’inizio di un cambiamento irreversibile che avrebbe favorito gli interessi industriali e rafforzato il potere federale a scapito degli Stati schiavisti.

Tra dicembre 1860 e febbraio 1861, il timore di una politica anti-schiavista sotto Lincoln spinse dieci Stati del Sud a separarsi dall’Unione e a formare una Confederazione indipendente. La secessione, imposta da una minoranza estremista su una popolazione titubante, innescò inevitabilmente la guerra civile, che iniziò nell’aprile del 1861. I Confederati contavano sulla superiorità delle loro forze armate, sperando anche in un intervento della Gran Bretagna, principale acquirente del cotone del Sud. Gli Stati del Nord, invece, facevano affidamento sulla loro maggiore forza numerica e sul potenziale economico.

Inizialmente, l’esercito confederato, grazie alla preparazione dei soldati e alla leadership del generale Robert Lee, ottenne successi significativi. Tuttavia, quando divenne chiaro che l’intervento europeo non sarebbe arrivato e che la guerra sarebbe stata lunga e logorante, il fattore numerico ed economico portò alla sconfitta del Sud. La guerra si concluse il 9 aprile del 1865 con la resa della Confederazione e la vittoria del generale nordista Ulysses Grant. Pochi giorni dopo, Lincoln fu assassinato da un estremista sudista.

La guerra, durata quattro anni e costata oltre 600.000 morti, segnò una svolta decisiva nella storia degli Stati Uniti. Fu la prima guerra totale, coinvolgendo a lungo la società civile e utilizzando i nuovi mezzi tecnologici, come la ferrovia e il telegrafo. Nel 1862, il Congresso approvò la distribuzione gratuita di terre pubbliche agli americani e nel 1863 Lincoln firmò la proclamazione di emancipazione, liberando gli schiavi del Sud e consentendone l’arruolamento nell’esercito dell’Unione.

Nonostante la fine della schiavitù, le condizioni economiche degli ex schiavi non migliorarono. Le leggi sui terreni furono revocate e, sebbene la vittoria dei nordisti e le leggi riformiste avessero segnato un passo avanti, le disuguaglianze sociali rimasero intatte. I pregiudizi razziali nel Sud non furono estirpati e il processo di reintegrazione del paese fu segnato da metodi brutali e vendicativi. Il Sud fu occupato militarmente per anni, con una forte reazione da parte della popolazione bianca, che si manifestò nella nascita di organizzazioni come il Ku Klux Klan, simbolo della resistenza alla causa dell’integrazione razziale. Questo periodo culminò con il ritorno alla “normalità” verso la fine degli anni ‘70, quando il Sud ripristinò la sua supremazia bianca e instaurò un regime di segregazione razziale che sarebbe perdurato per gran parte del XX secolo.

Altri articoli

Lascia commento

081News.it è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Nola al n.2/14.

Eventuali segnalazioni possono essere inviate a redazione@081news.it o sui social ai contatti con nome Zerottouno News.
La testata è edita e diretta da Aniello “Nello” Cassese, sede legale in Liveri (NA) – via Nazionale n.71, sede operativa in Nola (NA) – via Giordano Bruno n.40.

Close Popup

Questo sito web utilizza cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella cookie policy. Puoi liberamente prestare, rifiutare o revocare il tuo consenso in qualsiasi momento. La chiusura del banner comporta il consenso ai soli cookie tecnici necessari.

Close Popup
Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

Cookie tecnici
Per utilizzare questo sito web usiamo i seguenti cookie tecnici necessari: %s.
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec
  • wordpress_gdpr_cookies_allowed
  • wordpress_gdpr_cookies_declined
  • wordpress_gdpr_allowed_services

Rifiuta tutti i Servizi
SALVA
Accetta tutti i Servizi
error:
-
00:00
00:00
Update Required Flash plugin
-
00:00
00:00