La Global Sumud Flotilla è stata infine bloccata alle porte di Gaza. Fra mercoledì e giovedì Israele ha bloccato in acque le 50 barche civili che volevano rompere il blocco navale israeliano a Gaza, ritenuto illegale, e portare lì cibo e altri beni essenziali. Sin dall’inizio dell’aggressione alla Striscia, infatti, gli accessi degli aiuti umanitari sono controllati, direttamente o indirettamente, da Israele. Mercoledì pomeriggio le barche erano entrate nella zona “ad alto rischio” dove in passato le autorità israeliane avevano già bloccato iniziative simili. Le persone a bordo avevano rifiutato la protezione e le mediazioni dei propri Stati e si aspettavano di essere intercettate. Poche ore prima alcune navi non identificate le avevano già circondate temporaneamente ma il primo contatto con la Marina israeliana è avvenuto successivamente, intorno alle 19. Le immagini degli abbordaggi sono state riprese dalle camere a bordo delle imbarcazioni prima che fossero interrotte le telecomunicazioni. Gli equipaggi sono stati catturati e trasportati al porto di Ashdod in attesa di espatrio. Tra essi anche alcuni parlamentari e amministratori italiani. Una prima vittoria, tuttavia, la Flotilla l’ha già ottenuta: mentre la Marina israeliana era impegnata con gli abbordaggi, molti pescatori palestinesi sono potuti ritornare in mare per pescare.
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