Negli ultimi mesi l’Italia è stata teatro di gravi episodi legati agli abusi su minori e alla pedopornografia, un campanello di allarme che ha evidenziato la necessità di un impegno costante nella prevenzione e nel contrasto di tali crimini. Nella giornata del 16 aprile 2025, dopo lo scoppio del caso Mulas a Mestre, in Lombardia don Ciro Panigara, ex parroco di San Paolo e di Atro, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata su minori. Il prete si era già dimesso su invito del sindaco. Le indagini hanno rivelato abusi su ragazzi tra i 10 e i 12 anni, avvenuti tra il 2011 e il 2013 e nel 2024, durante attività parrocchiali. Le indagini sono partite dopo la segnalazione di un ragazzino, che aveva confidato a un’educatrice di aver ricevuto “attenzioni particolari” da parte del sacerdote.
In generale, si stima che nel 2024 il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) ha condotto oltre 2.800 indagini, eseguendo 1.000 perquisizioni e arrestando 144 persone. Inoltre, sono stati monitorati oltre 42.000 siti web, con 2.775 inseriti nella black list per contenuti pedopornografici. Il 3 aprile 2025, una vasta operazione, coordinata dalla Procura di Napoli, ha portato all’arresto di 4 persone e all’indagine di altre 15 per detenzione di materiale pedopornografico. Durante l’operazione è stato scoperto un sito nel dark web, denominato “Wikipedo”, contenente un “Manuale di istruzioni per il pedofilo”.
Tali fenomeni, ovvero quello degli abusi sui minori e della pedopornografia, risultano essere complessi, ma soprattutto radicati e influenzati da molteplici fattori: sociali, culturali e psicologici . Le vittime possono sviluppare disturbi mentali, difficoltà relazionali e problemi di salute a lungo termine. Inoltre, i costi sociali ed economici legati alla cura e al supporto delle vittime sono significativi. Secondo un dossier di Terre des Hommes, ogni giorno in Italia 15 bambini subiscono maltrattamenti o abusi. Negli ultimi dieci anni, i reati contro i minori sono aumentati del 41%, con una crescita del 105% dei maltrattamenti domestici.
Anche la pedopornografia è un fenomeno in crescita, alimentato dalla diffusione incontrollata del web, dall’uso di piattaforme criptate e dal dark web. Le principali cause includono l’accessibilità digitale, la percezione di anonimato, disturbi psicologici (come la pedofilia e le dipendenze da pornografia estrema) e l’assenza di educazione sessuale e digitale. Le vittime sono spesso bambini tra i 4 e i 13 anni, coinvolti anche inconsapevolmente. Il materiale viene prodotto sia in Italia che all’estero e poi diffuso a livello globale, generando un mercato illegale molto redditizio.
Il contrasto agli abusi sui minori e alla pedopornografia in Italia non può limitarsi alla repressione, ma deve necessariamente passare da un sistema integrato di prevenzione, educazione e sostegno. Servono investigazioni tecnologicamente avanzate, un inasprimento delle pene, ma anche una riforma culturale profonda che parta dalle scuole e arrivi nelle famiglie. Solo attraverso un lavoro sinergico tra forze dell’ordine, istituzioni, scuole, servizi sociali e organizzazioni del terzo settore sarà possibile interrompere il ciclo della violenza e proteggerli davvero. La vera sfida è creare una società in cui nessun minore debba mai più subire abusi nel silenzio o nell’indifferenza e questa è una responsabilità che riguarda tutti noi.