La sfrontatezza con la quale Callejon buca due volte Handanovic e la leggerezza con la quale la difesa si fa sorprendere prima da Guarin e poi da Hernanes sono le stesse facce di una medaglia che a San Siro mostra tutto il suo vasto repertorio. Il Napoli è bello e impossibile, perché regala enfasi ai suoi tifosi per due volte, ma poi si dimentica del lieto fine e lascia che l’Inter di Walter Mazzarri – sulla graticola – riagguanti in entrambi i casi il gol del pareggio. “Callejon fa, la difesa disfa” è la sintesi perfetta di una partita che impiega 80’ di noie e sbadigli prima di decidersi ad accendersi e a dar un senso alla nutrita presenza di spettatori presenti sulle gradinate dello stadio di San Siro. Apre le danze lo spagnolo, appaiato al limite dell’area e rapido nel depositare in rete una respinta corta dello spaesato Vidic. Passano tre minuti e l’Inter, dagli sviluppi di calcio d’angolo, agguanta il pari con il neo entrato Guarin, lasciato colpevolmente solo da Inler sul secondo palo e libero di depositare in rete da pochi passi. Ma il Napoli non si arrende e Callejon, giocatore universale e di intelligenza rara, abbandona la propria zona di competenza andando a sorprendere la difesa dell’Inter sulla destra, alle spalle dell’ingenuo Mbaye: David Lopez legge il movimento del compagno e pennella per l’ex Real Madrid che al volo, di sinistro, supera per la seconda volta Handanovic. Come nella più classica partita di ping pong, la palla è già nell’altra metà campo. All’Inter, stavolta, bastano sessanta secondi per ristabilire la parità, raggiunta grazie all’inserimento vincente in area di Hernanes su cross di Dodò. Partita in archivio? Stavolta sì, perché non c’è più tempo né per Callejon per provare a farne un altro, né per la difesa del Napoli per provare a regalarne un altro.
Fabio Tarantino
Giornalista e speaker, voce di Radio Punto Zero