La filiale italiana del colosso Uber Eats è stata messa in amministrazione giudiziaria dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. La decisione è arrivata dopo indagini in particolare svolte dal nucleo di polizia economica della Guardia di Finanza. L’accusa è quella di caporalato (sfruttamento dei lavoratori), l’azienda di consegne a domicilio avrebbe infatti sfruttato due agenzie di intermediazione per l’assunzione dei riders. Dalle indagini è emrso che i fattorini venivano pagati sempre 3 euro a consegna, senza nessuna distinzione di orari o giorni. L’azienda, presente in 14 città italiane, avrebbe inoltre sistematicamente sfruttato con queste modalità anche migranti, persone in stato di bisogno e ospiti di centri di accoglienza temporanei.
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