Due giorni fa la comunità scientifica internazionale è stata scossa dall’annuncio di un ricercatore cinese che ha dichiarato di aver modificato geneticamente due gemelle nate lo scorso ottobre. Lo scienziato in questione si chiama He Jiankui e lavora nell’università di Shenzhen, in Cina. Va immediatamente chiarito che per ora le sue sono solo affermazioni non avvalorate da documentazioni e pubblicazioni, sulle quali quindi la comunità scientifica non può ancora esprimersi né verificarne la veridicità.
He Jiankui sostiene di aver applicato una tecnica di genoma-editing alle cellule embrionali delle due gemelle, figlie di una coppia che aveva partecipato a questa sperimentazione. He e la sua squadra hanno agito silenziando il recettore CCR5. Il gene in questione è ritenuto decisivo nella trasmissione di tre malattie, AIDS, vaiolo e colera. La coppia di gemelle sarebbe quindi impossibilitata a contrarre queste tre malattie. Il lavoro di He si basa sull’utilizzo di una tecnica, che se fosse confermata, sarebbe incredibilmente efficace per la modifica genetica. In attesa di conferme, che non sono arrivate neanche dalla stessa università, il dibattito si è spostato sulle pesanti implicazioni etiche collegate a un’azione del genere.
Il presidente della Società Italiana di Genetica Umana, Maurizio Genuardi, ha dichiarato che “Queste tecniche dovrebbero essere usate esclusivamente per garantire il benessere della futura persona e dei suoi discendenti, non per migliorarli geneticamente”. La tecnica sarebbe, infatti, vietata al momento, anche nella stessa Cina, in quanto va ad agire su embrioni perfettamente sani che non avrebbero alcun motivo di subire modifiche genetiche. Alcuni scienziati hanno, infatti, definito il lavoro di He come sperimentazione su essere umani, eticamente inaccettabile. Se tutto quanto dichiarato da He fosse confermato tramite pubblicazioni, ci ritroveremmo di fronte ad uno strumento potenzialmente importantissimo, in grado di creare esseri umani con caratteristiche genetiche “selezionate” in laboratorio. Una scoperta che qualcuno ha già definito da Premio Nobel (che nel 2010 premiò la fecondazione in vitro). He, dal canto suo, ha dichiarato che se non l’avesse fatto lui ci avrebbe pensato qualcun altro, da parte sua nessun rimorso. Starà alla nostra società scegliere la via da seguire per il futuro.