Il conclave, le leggi vaticane e i rapporti con l’Italia: tutto quello che c’è da sapere

Un focus sul Vaticano dal punto di vista del Diritto

di Carolina Cassese

Dopo un periodo di intensa attesa e preghiera, la Chiesa Cattolica ha un nuovo pastore. Nella serata di giovedì 8 maggio 2025, il fumo bianco si è levato dal comignolo della Cappella Sistina, annunciando al mondo l’elezione del successore di Papa Francesco. Il cardinale Robert Francis Prevost, arcivescovo di Chicago, ha accettato l’incarico, scegliendo il nome pontificale di Leone XIV. L’elezione di Papa Leone XIV segna un momento storico per la Chiesa. La sua nomina è arrivata in maniera abbastanza rapida, dopo soli due giorni di Conclave e quattro votazioni. Il Conclave, iniziato mercoledì 7 maggio, si è svolto in un clima di raccoglimento e discernimento. I 133 cardinali provenienti da tutto il mondo si sono riuniti nella Cappella Sistina, per invocare, attraverso le preghiere ma anche le votazioni segrete, la guida dello Spirito Santo nella scelta del nuovo Pontefice.

E’ un processo che da secoli viene utilizzato per portare avanti il mistero della successione petrina di San Pietro. L’annuncio del nome del nuovo Papa dal balcone di San Pietro, altra canonico momento di questo processo, ha suscitato gioia e commozione tra i fedeli presenti e in tutto il mondo. Le prime parole di Papa Leone XIV sono state un invito alla pace e all’unità, un messaggio di speranza per la Chiesa e per l’umanità intera. Papa Leone XIV appare come un uomo di fede profonda e di grande esperienza pastorale.

La sua precedente nomina da parte di Papa Francesco al Dicastero per i Vescovi lo ha posto al centro delle dinamiche della Chiesa universale, offrendogli una visione ampia delle sfide e delle opportunità che la attendono. L’elezione di Papa Leone XIV, quindi, può rappresentare un momento di rinnovamento e di speranza per i cattolici di tutto il mondo.

Ma come funziona un conclave?

Le leggi che disciplinano attualmente il conclave sono principalmente contenute nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da Papa Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996 e successivamente modificata da Papa Benedetto XVI con il Motu Proprio Normas Nonnullas del 22 febbraio 2013. Alcuni dei punti chiave disciplinati includono:

  • Gli elettori, ovvero la definizione di chi sono i cardinali elettori, stabilendo che sono i cardinali che non hanno compiuto 80 anni prima del giorno della morte del Pontefice o del giorno in cui la Sede Apostolica diviene vacante. Il numero massimo di cardinali elettori è fissato a 120.
  • Il luogo del Conclave, stabilendo che l’elezione deve svolgersi nella Cappella Sistina in Vaticano.
  • L’inizio del Conclave, regolando i tempi e le procedure per l’ingresso dei cardinali elettori in Conclave.
  • Il segreto, imponendo il più rigoroso segreto su tutto ciò che riguarda l’elezione, con severe pene, inclusa la scomunica latae sententiae, per chi viola tale segreto.
  • Lo svolgimento dell’elezione, descrivendo nel dettaglio le modalità delle votazioni, il numero di scrutini giornalieri, le procedure per lo spoglio delle schede e la registrazione dei voti.
  • La maggioranza richiesta, stabilendo che per l’elezione del Papa è necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi dei voti dei cardinali elettori presenti.
  • L’accettazione e la proclamazione, regolando il momento dell’accettazione dell’elezione da parte del nuovo Pontefice e la sua successiva proclamazione.

Oltre alla Universi Dominici Gregis, anche alcune norme generali del Codice di Diritto Canonico possono essere applicabili, sebbene la costituzione apostolica fornisca le disposizioni specifiche per la particolare circostanza dell’elezione papale, come ad esempio il Canone 35 del Codice di Diritto Canonico. In sintesi, però, la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, con le successive modifiche, resta il corpo legislativo fondamentale che disciplina lo svolgimento del Conclave per l’elezione del Pontefice.

Come sono regolati i rapporti tra il Papa e il resto del mondo?

Il Papa, in quanto “Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica e Sovrano dello Stato della Città del Vaticano”, è un soggetto del diritto internazionale molto particolare. La sua posizione deriva da una lunga storia e da specifiche esigenze legate alla sua missione spirituale universale. La Santa Sede, che agisce in nome e per conto del Papa nelle relazioni internazionali, è riconosciuta come soggetto di diritto internazionale. Questo significa che ha la capacità di stipulare trattati/concordati, inviare e ricevere delegazioni, partecipare a organizzazioni internazionali e godere di immunità e privilegi.

Lo Stato della Città del Vaticano, inoltre, è considerato un territorio neutrale e inviolabile, ai sensi dell’articolo 24 del Trattato Lateranense stipulato con l’Italia. Questo garantisce al Papa e alla Santa Sede la piena indipendenza nell’esercizio delle loro funzioni spirituali, senza essere coinvolti in conflitti territoriali o politici tra Stati.

La posizione del Papa e della Santa Sede è funzionale alla loro missione spirituale e morale che si rivolge a tutti i popoli del mondo. Questa prospettiva, ovviamente, può andare oltre le logiche puramente statali.

Come sono regolati i rapporti tra il Papa e l’Italia?

I rapporti tra il Papa e l’Italia hanno una storia millenaria, segnata da periodi di collaborazione e momenti di tensione, culminati nella famosa “Questione Romana” dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia nel 1870. La situazione si risolse con la stipula dei Patti Lateranensi nel 1929 che rappresentano la base fondamentale degli attuali rapporti giuridici bilaterali.

I Patti Lateranensi si compongono di tre documenti distinti:

  • Il Trattato, che riconosce la sovranità della Santa Sede sullo Stato della Città del Vaticano, definendone il territorio e garantendone la piena indipendenza. L’Italia riconosce inoltre la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale come attributo inerente alla sua natura.
  • Il Concordato, che regola i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica in Italia, disciplinando materie come il matrimonio, l’istruzione religiosa, gli enti ecclesiastici e le festività religiose.
  • La Convenzione Finanziaria, che risolve le questioni economiche pendenti a seguito della perdita del potere temporale del Papa.

I Patti Lateranensi hanno rappresentato una svolta cruciale, ponendo fine alla “Questione Romana” e stabilendo un quadro di relazioni basato sul riconoscimento reciproco di sovranità e indipendenza. Tuttavia, i cambiamenti della società italiana hanno reso necessaria una revisione del Concordato.

Nel 1984 è stato firmato un nuovo Concordato, noto come l’Accordo di Villa Madama, che ha modificato alcuni aspetti del precedente, adeguando i rapporti tra Stato e Chiesa al mutato contesto sociale e politico italiano e ai principi del Concilio Vaticano II. Tra le principali novità:

  • Abolizione della religione cattolica come religione di Stato, pur riconoscendo il particolare significato che Roma, ha per i cattolici; questo comporta una speciale attenzione alla tutela dei luoghi e degli edifici di culto cattolici presenti nella città.
  • Libertà della Chiesa, viene così riaffermata la piena libertà della Chiesa di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa.
  • Riconoscimento civile del Matrimonio canonico.
  • Insegnamento della religione cattolica garantito nelle scuole pubbliche non universitarie, nel rispetto della libertà di coscienza e del diritto di scelta degli studenti.
  • Riforma della disciplina degli Enti ecclesiastici e del loro patrimonio.

Oltre ai Patti Lateranensi e al Concordato, esistono ulteriori aspetti che caratterizzano i rapporti giuridici tra il Papa e l’Italia. Quest’ultima garantisce la libertà di comunicazione e di corrispondenza tra la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Italiana, i vescovi, il clero e i fedeli. Sono previste, inoltre, specifiche esenzioni fiscali per gli enti ecclesiastici che svolgono attività di religione o di culto. Infine, è garantita l’assistenza spirituale nelle forze armate, negli ospedali,
nelle carceri e in altre istituzioni pubbliche. In sintesi, i rapporti giuridici tra il Papa e l’Italia si fondano su un complesso sistema di accordi bilaterali che riconoscono la reciproca sovranità e indipendenza, garantendo al contempo la libertà della Chiesa cattolica in Italia. Il rapporto, tuttavia, si è evoluto nel tempo e continua a essere oggetto di attenzione e riforma.

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