Ddl Cirinnà approvato in Parlamento. Ecco cosa cambia

Marco Sigillo Marco Sigillo1 Marzo 20162 min

La sera del 25 Febbraio 2016 il parlamento italiano ha approvato una nuova legge atta a regolamentare le unioni civili nel nostro paese. Si è giunti a tale conclusione dopo un lunghissimo dibattito, svoltosi, come è giusto che sia in questi casi, sia dentro che fuori l’aula parlamentare. Il testo del disegno di legge è arrivato in aula il 28 Gennaio, dopo una lunga discussione in commissione, presentato dalla senatrice PD Monica Cirinnà. La proposta mirava a riconoscere una serie di diritti a chiunque voglia convivere senza suggellare la propria unione con l’atto del matrimonio, i cosiddetti conviventi di fatto. E inoltre ad estendere alle unioni civili, stipulabili anche da persone dello stesso sesso, un serie di diritti oggi esclusivi del matrimonio. Tutto ciò è parso però passare in secondo piano rispetto al punto più discusso di tale provvedimento, cioè la cosiddetta stepchild adoption consistente nella possibilità di adottare un figlio del proprio convivente. Dei seimila emendamenti presentati al senato, moltissimi riguardavano proprio questo punto. Estendere la possibilità di adottare un bambino del coniuge ad una persona omosessuale è una soluzione che non è piaciuta a molti parlamentari cattolici e conservatori, oltre che a parte dell’opinione pubblica, pronti a definire come innaturale tale possibilità. Politicamente ciò ha segnato una forte spaccatura nella maggioranza di governo. NCD, guidata dal ministro degli interni Alfano ha subito dichiarato la propria opposizione al provvedimento annunciando il voto contrario, problema non di poco conto per Renzi che, come noto, al senato basa la propria maggioranza proprio sui voti di NCD. E’ parso però in un primo momento che in soccorso del PD potessero arrivare i voti del M5S, collocato in una posizione favorevole all’estensione di diritti proposta dalla Cirinnà. Così non è stato, poiché il M5S ha scelto di lasciare libertà di coscienza ai propri rappresentanti, facendo venire così meno la certezza di avere i numeri necessari a garantire l’approvazione della legge. La risposta del governo è stata quella di mediare, scremando il provvedimento dai punti invisi agli alleati di NCD. Dopo di che la decisione di porre la fiducia ha accelerato la votazione. E’ stata stralciata la stepchild adoption, non ci sarà obbligo di fedeltà per chi si unisce civilmente, poiché si è voluto differenziare moralmente l’unione dal matrimonio e infine lo scioglimento sarà compito di un ufficiale di stato civile e non di un giudice. Modifiche che ovviamente hanno suscitato sentimenti contrapposti tra le due opposte scuole di pensiero a riguardo. Ovviamente non è mancata la delusione tra i sostenitori del provvedimento, mentre dal presidente del consiglio sono arrivate parole di soddisfazione, definendo storico il passo in avanti compiuto dal paese.

di Marco Sigillo

Marco Sigillo

Marco Sigillo

Classe 1991, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazioni all’Università Federico II di Napoli. Appassionato di comunicazione e scrittura, collabora con 081news dal dicembre 2015, interessandosi soprattutto di temi di portata nazionale ed internazionale. Giornalista pubblicista dal 2019.

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