Ancora pressioni sul ddl Zan: ora il Vaticano chiede di modificarlo

Luisa Sbarra Luisa Sbarra22 Giugno 20212 min

Questo disegno di legge non s’ha d’approvare. Non si fermano gli accanimenti contro il ddl Zan. Stavolta l’attacco arriva dal Vaticano. Nei giorni scorsi, all’ambasciata italiana presso la Santa Sede (Palazzo Borromeo), è stata infatti presentata una nota, in cui si chiede di modificare il suddetto disegno di legge contro l’omotransfobia, perché violerebbe, in alcuni contenuti, l’accordo di revisione del Concordato del 1984. A consegnarla è stato monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati. Si tratta di una “nota verbale”, cioè di una comunicazione diplomatica e formale, scritta in terza persona e non firmata.

Mai finora, in tutta la storia, il Vaticano aveva esercitato, in questo modo, pressioni o ingerenze su una legge dello Stato italiano o addirittura impugnato il Concordato. Le preoccupazioni della Santa Sede riguardano, in particolare, l’ipotetica istituzione di una giornata nazionale contro l’omotransfobia (il disegno di legge non prevede l’esclusione delle scuole cattoliche) e la lesione dei diritti dei cattolici che, a detta della Chiesa, si ritroverebbero a non poter più esprimere le proprie convinzioni. Secondo il Vaticano, “alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”. Tali commi assicurano la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale e garantiscono ai cattolici e alle loro associazioni la piena libertà di riunione e di manifestazioni del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Come molti ignorano, però, il ddl Zan non limita nessuna libertà di espressione, ma estende la legge Mancino del 1993, che vieta gli atti di odio fondati su motivi razziali, etnici o religiosi, aggiungendo la prevenzione e il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

Inoltre, il nostro non è uno Stato confessionale, ma laico. Tale principio, seppur implicito e non espresso, è tutelato a livello costituzionale. È pur vero che la nostra storia e i nostri rapporti con la religione cattolica sono sempre stati particolari, influenzati sia dalla vicinanza geografica dello Stato Vaticano, sia dal confessionismo strisciante presente nella nostra Nazione.

La diffusione di tale notizia ha suscitato una serie di reazioni di indignazione. Il Vaticano, in seguito, ha precisato che non intende bloccare il ddl, ma solo chiedere la sua modifica. Non si può negare che la necessità di tale legge diventi sempre più impellente. Solo pochi giorni fa, la fermata Colosseo della metropolitana di Roma, decorata con i colori dell’arcobaleno per il Pride Month, è stata vandalizzata e numerosi continuano ad essere gli atti contro la comunità lgbt ed ora che tutto ciò venga fermato.

Luisa Sbarra

Luisa Sbarra

Studentessa di Giurisprudenza alla Federico II di Napoli con la passione per la scrittura da sempre.

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