Draghi in missione in Ucraina: “Lontano ancora il cessate il fuoco”

Redazione Zerottouno News Redazione Zerottouno News17 Giugno 20224 min

Zelensky è pronto. Ho parlato anche con Putin due-tre settimane fa su questo. Faccio un passo indietro. Quello che occorre fare è molto complesso: assicurare l’uscita delle navi dai porti ucraini, sminare i porti ucraini, custodire l’uscita di queste navi da parte di Paesi terzi in maniera tale che questo non diventi un pretesto per le navi russe più entrare e attaccare l’Ucraina. Vari Paesi si sono offerti per alcuni di questi compiti. Chiaramente l’unica soluzione possibile è una risoluzione delle Nazioni Unite che assicuri che questo processo si svolga non sotto l’egida Onu, che in un certo senso garantiscono tutte le parti“. Lo ha affermato il premier Mario Draghi alla stampa durante la missione in Ucraina con Macron e Scholz.

Una risoluzione Onu era stata preparata, però è stata respinta dalla Russia – ha continuato – Questa è la situazione attuale. Ci sono incontri delle Nazioni Unite a Mosca in questi giorni, c’è grandissima preoccupazione. Oggi ho cercato di capire quali possono essere i tempi. L’Italia non può che avere un ruolo sotto l’egida delle Nazioni Unite. Le capacità della Marina italiana nello sminare porti sono note. Sono stati fatti i nomi di Francia, Italia per questa funzione, ma non credo che ci sia posto per singoli Paesi, per sforzi autonomi nazionali. E’ qualcosa che dovrà avvenire necessariamente sotto le Nazioni Unite“.

Non ci sono state richieste del Presidente Zelensky di nuove armi – ha sottolineato – Ha descritto la situazione com’è. Ha mostrato una situazione che sta diventando critica perché le vecchie armi, di cui hanno abbondanza, sono armi ancora di produzione sovietica per le quali, però, le munizioni cominciano a scarseggiare. Le nuove armi di produzione di più moderna sono armi per l’uso delle quali c’è bisogno di addestramento. Non ci sono state richieste del Presidente Zelensky ma noi siamo venuti qui insieme ed è stata una manifestazione di grande unità a livello europeo, perché siamo tre Paesi tra i fondatori dell’Unione europea. Siamo venuti qui per aiutare l’Ucraina nella guerra, perché se l’Ucraina non riesce a difendersi non c’è pace“.

Al momento non c’è un accordo su un cessate il fuoco. O meglio, sono pronti ma non c’è dall’altra parte nessuna volontà di farlo – ha riferito – Ricordatevi sempre della telefonata di cui vi ho parlato tante volte con Putin tre settimane fa. Ho chiesto: ‘Presidente, la chiamo perché voglio parlare di pace’. E lui ribadiva che ‘non è il momento’ o il momento non è ‘maturo’. Questa è la situazione di allora ed è anche la situazione di adesso. Ci sono tante iniziative ormai, speriamo che qualcuna di queste porti a qualche progresso”.

Le condizioni che gli ucraini pongono oggi sono l’integrità territoriale. Questa è la premessa per iniziare dei negoziati di pace da parte ucraina. Al momento non si vedono margini – ha aggiunto – C’è però un atteggiamento che è cambiato molto nelle ultime settimane. Un atteggiamento di un Paese, forse due che cercano di trovare una strada per la pace. Vale per entrambi questo che dico. Deve essere una pace giusta e sostenibile. E poi c’è un atteggiamento anche di tutti gli altri Paesi, che vogliono aiutare i due a trovare la pace. Faccio riferimento alla telefonata di XI Jinping a Putin. Ci sono colloqui tra i cinesi e gli Stati Uniti, colloqui tra gli europei e Putin e Zelensky. Insomma, c’è tutta un’iniziativa diplomatica mondiale che non c’era un mese fa”.

Sono molto soddisfatto di come è andata questa riunione. Noi tre insieme alla Romania siamo qui, abbiamo dimostrato una tale unità nel sostegno all’Ucraina. Siamo riusciti ad avere una posizione comune nel proporre l’Ucraina come candidato immediatamente, senza doverlo fare aspettare tanto tempo. Non è una conquista da poco. Però al Consiglio europeo si decide all’unanimità – ha concluso – E ci sono tanti altri Paesi con idee anche diverse. Quindi lo vedremo al prossimo Consiglio. A Zelensky ho detto chiaramente che noi non siamo nelle condizioni di promettere che questo sarà l’esito, noi siamo nelle condizioni di promettere che questa sarà la nostra posizione al Consiglio europeo. E’ un bel passo avanti anche questo”.

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