15 operatori sanitari e soccorritori palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza e sepolti in una fossa comune vicino a Rafah. Lo ha denunciato l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), l’organo dell’ONU che si occupa di emergenze umanitarie. Tra le vittime anche un dipendente dell’ONU, oltre a soccorritori della Mezzaluna Rossa (la Croce Rossa locale) e della Protezione Civile di Gaza. Secondo la ricostruzione dei fatti, le vittime si trovavano a bordo di cinque ambulanze e di un camion dei pompieri e si stavano dirigendo verso una zona bombardata dall’esercito israeliano. I mezzi sono stati colpiti dalle bombe israeliane sebbene fossero visibilmente segnalati come veicoli di soccorso. L’esercito israeliano ha detto di aver sparato contro una serie di veicoli privi di fari o altri segnali di emergenza e che tra le persone uccise c’erano un membro importante di Hamas e altri otto terroristi. Pochi giorni dopo un video ha mostrato che i veicoli erano dotati di tutte le segnalazioni, sfidando quindi la versione israeliana. Si tratta dell’attacco più forte a forze di soccorso della Mezzaluna Rossa dal 2017 ad oggi.
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