GENIUS: storia di un’improbabile amicizia e riscatto attraverso la scrittura

Vittorio Paolino Pasciari Vittorio Paolino Pasciari16 Febbraio 20194 min

…un sasso, una foglia, una porta nascosta; di un sasso, una foglia, una porta. E di tutti i volti dimenticati. Nudi e soli siamo venuti in esilio. Nel suo oscuro grembo non conoscemmo il volto di nostra madre, dalla prigione della sua carne siamo giunti all’indescrivibile, indicibile prigione di questa terra. Chi di noi ha conosciuto il fratello? Chi ha guardato nel cuore del padre? Chi non è rimasto per sempre prigioniero? Chi non è per sempre solo e straniero? O immane desolazione, persi nei torridi labirinti, tra le stelle lucenti su questo tizzone esausto e spento, persi! Muti cerchiamo la grande lingua dimenticata, la strada perduta per il cielo, un sasso, una foglia, una porta nascosta. Dove? Quando? Perduto spirito, pianto dal vento, torna ancora.

Le emozioni che rivivono in questo incipit sono per l’editore protagonista di questo film l’inizio di un viaggio che cambierà una vita finora solo appagante. Genius è un film del 2016 diretto da Michael Grandage ed interpretato da Colin Firth (Maxweel ‘Max’ Perkins), Jude Law (Thomas Wolfe), Nicole Kidman (Aline Bernstein), Guy Pearce (Francis Scott Fitzgerald) e Dominic West (Ernest Hemingway). Il film è una biografia romanzata del tormentato quanto proficuo rapporto fra un abile e pacato editore ed un autore geniale quanto estremamente preso dalla sua arte.

LA TRAMA. New York, 1929. Maxwell Perkins, editore di successo della Scribner’s Son, nonché già scopritore di autori quali Francis Scott Fitzgerald ed Ernest Hemingway, vive in un cottage appena fuori città con la moglie e le cinque figlie. Un giorno, nel suo ufficio, si trova a leggere le bozze di O Lost, romanzo di Thomas Wolfe. Colpito dal contenuto, decide di pubblicarlo e così inizia una collaborazione con l’autore. Il romanzo viene pubblicato e riscuote un enorme successo: quindicimila copie in un solo mese. I rapporti tra Max e Thomas si intensificano sempre di più, mentre la relazione di Thomas con Aline Bernstein, una donna sposata e di vent’anni più grande di lui, è messa a dura prova dopo la pubblicazione del romanzo. Max riesce a far pubblicare anche un secondo romanzo di Wolfe, Il tempo e il fiume, dopo un estenuante lavoro di revisione durato anni. Il secondo romanzo ha anch’esso successo; nel frattempo, Thomas si trova a Parigi dove segue a distanza gli avvenimenti, grazie alle notizie ricevute dall’amico Max. Tornato a New York, Wolfe si mette subito al lavoro, scrivendo un nuovo libro. Il carattere turbolento di Thomas lo porta a litigare in maniera piuttosto accesa con Max e tra i due i rapporti si incrinano, tanto che Wolfe pensa già di rivolgersi ad un altro editor. Aline a questo punto lascia definitivamente Thomas, perché troppo preso da sé stesso e incapace di curarsi degli altri. Quando ormai Max si è rassegnato all’assenza di Thomas, arriva una telefonata dalla madre di Wolfe: a Thomas è stata diagnosticata la tubercolosi cerebrale. Nonostante l’operazione subìta, lo scrittore non accenna a migliorare: morirà poco dopo, non senza però aver scritto e lasciato una lettera all’amico Max, ribadendo il suo immenso affetto per lui.

La New York negli anni della Depressione risulta uno sfondo azzeccato per vivere una storia intensa di amicizia e di riscatto che non potrà non colpire il cuore di chi ancora crede che la lettura, intesa come contatto diretto delle dita col profumo di una pagina cartacea da sfogliare, e la scrittura vera, quella che tramite l’inchiostro infonde una nuova vita alla carta stampata, siano esperienze di vita più emozionanti e gratificanti di fronte all’ormai imperante dipendenza dagli utili ma comunque abusati e freddi pixels di un display, in un crescendo di emozioni in estinzione.

Frase cult del film è quella che Wolfe dice a Perkins quando gli impone sempre più tagli al suo manoscritto: “Se fosse per te Tolstoj avrebbe scritto solo Guerra senza pace“.

Protagonisti di questa appassionante storia vera sono due animi agli antipodi che si incontrano dando vita ad un turbolento ma prolifico rapporto professionale che in seguito evolve in una profonda seppur breve amicizia. Da un lato c’è un editore di successo, interpretato da un sempre bravissimo Colin Firth, preso dal suo lavoro che però riesce ad avere una vita appagante grazie alla sua famiglia, dall’altro c’è un autentico genio della scrittura, un travolgente Jude Law in questa parte, consumato dalle emozioni da mettere su carta che non riesce a mantenere rapporti saldi con chi gli mostra ammirazione e affetto che troverà una prematura fine a 39 anni (suggestiva ed emozionante la scena della malattia che sopraggiunge).

Due esistenze fino ad allora incomplete si incontrano e si scontrano trovando alla fine nuovi occhi per ammirare la bellezza della vita attraverso la scrittura ed un riscatto suggellato da una insperata amicizia. La più autentica delle amicizie spesso è proprio quella che nasce fra due caratteri solo in apparenza incompatibili, perché forse proprio questa diversità può rendere unico e autentico il feeling instaurato come quello fra le due parti, razionale ed emotiva, di una sola personalità completa.

Vittorio Paolino Pasciari

Vittorio Paolino Pasciari

Classe '86, nolano DOC. Laureato in Lettere Classiche, appassionato di cinema, letteratura e teatro.

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