Questa volta per la nostra rubrica 10 Minuti Di Musica abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il giovane artista “Giovane Poi”. Ecco l’intervista completa:
Come mai hai scelto di chiamarti Giovane poi?
Inizialmente il mio nome d’arte era Sfonz ma poi ho deciso di modificarlo perché non mi rappresentava più. Mi piace molto come suona ma il significato sta nel fatto che attualmente sono giovane e vorrei esserlo anche poi, significa mettere un punto sul passato ed un proiettarsi verso il futuro.
Perché il titolo Pallido per il tuo EP?
Pallido perché spesso le persone che conosco mi dicevano sempre “sei pallido”, ho giocato con questa mia caratteristica.
É stato difficile metterti a nudo in questo progetto?
Non é stato troppo difficile, il concept di raccontarmi é stato presente sin dai miei primi brani. Spesso é stato un flusso di coscienza, scrivere questi brani é stato liberatorio. Mi sono tolto un peso.
Qual è la tua canzone preferita in questo EP?
Non è per niente facile scegliere ma quello che amo di più é “Un estraneo a casa mia”. Dentro il pezzo ho spiegato chi sono davvero, c’é una dedica a mio nonno e spero che tutto questo io lo abbia trasmesso.
Quanto é difficile far uscire un progetto e quanto lavoro ci vuole?
Le ore in studio é come se non le avessi passate a lavorare, ero sempre propositivo. In generale però é molto difficile far uscire un progetto se sei un emergente, c’é stato peró un grande affetto che ho visto da parte di molte persone. Vorrei rivolgermi sempre a più persone in futuro.
Quali sono stati i tuoi riferimenti musicali?
Ascolto moltissima musica italiana. Mi sono ispirato ad Ernia, Rkomi e molto a Jesto.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sarebbe un sogno riuscire a portare dei pezzi in live. A lungo andare proverò a raccontarmi sempre di più attraverso la musica.