Le guerre nel mondo stanno colpendo sempre di più gli operatori sanitari al fronte. Succede a Gaza ma anche in altre parti del globo. Nel 2022, ad esempio, risuonò l’attacco russo all’ospedale pediatrico ucraino di Mariupol: 17 i feriti, sotto le macerie donne e bambini. Dall’inizio dell’invasione nella Striscia di Gaza, invece, Israele sta colpendo sistematicamente gli operatori sanitari e il personale civile che opera all’interno della Striscia. Secondo una recente stima dell’OCHA, l’Ufficio dell’Onu per le emergenze umanitarie, dall’ottobre del 2023 sono stati uccisi nella Striscia di Gaza circa 400 fra medici, infermieri, insegnanti e operatori umanitari, di cui almeno 76 dipendenti di organizzazioni non governative. Nel 2022, invece, si segnavano oltre 100 attacchi in Ucraina andati a segno contro strutture sanitarie, ospedali, personale, pazienti, forniture o magazzini. L’Oms, più in generale, ha rilevato che dal 1° gennaio 2022 ci sono stati almeno 160 attacchi all’assistenza sanitaria in 11 paesi nel mondo, tra cui soprattutto il Sudan. L’Organizzazione ha ben specificato cosa sta succedendo. Nessuna casualità: gli ospedali sono sempre più parte delle strategie e tattiche di guerra, nonostante ci siano trattati internazionali che li proteggano. Trattati ormai sempre più violati.
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