Siamo a maggio ma sembra agosto per il calore che sta già soffocando la cara mamma di Nicia. Così si decide di fare una passeggiata in collina per rinfrescarsi. Giungono a Lettere. La città di Lettere è un tipico borgo collinare le cui origini risalgono almeno all’epoca imperiale romana.
Da sempre il suo simbolo è il Castello, edificato dagli amalfitani nell’Alto Medioevo in una straordinaria posizione strategica, da cui si poteva controllare ogni spostamento di persone e merci nella sotto-stante piana del Sarno. Il Castello di Lettere nel corso del X secolo era usato per difendere i suoi confini settentrionali ed era parte di una rete di fortificazioni che assicurava agli amalfitani il controllo dei due versanti dei monti Lattari. Il sito, infatti, gode tuttora di una splendida posizione panoramica che permetteva di controllare l’area dal porto di Castellammare fino alla foce del Sarno e tutto il golfo di Napoli, ma anche la Valle del Sarno dominata dal Vesuvio e dai monti di Sarno fino a Pagani.
Fin dalla sua fondazione, il castello aveva la forma di un villaggio fortificato con case a più piani, come ci raccontano documenti del 1030 e del 1033. La costruzione della rocca, quella che oggi chiamiamo castello, è probabilmente da collegarsi all’insediamento di un feudatario che la edificò come luogo di residenza all’interno delle mura e simbolo del suo potere. L’edificio ha una forma trapezoidale e conserva quattro torri di cui la più alta con funzione di mastio.
All’interno della cinta muraria fu realizzata anche una cattedrale, sede dal 987 di un vescovato. A questo primo edificio fu addossato nel XII secolo il bel campanile decorato con tarsie in tufo grigio e arenaria gialla che formano stelle, croci e losanghe.
La Torre del Grano e il Mastio ospitano il Museo del Parco Archeologico del Castello di Lettere, con l’esposizione dei reperti rinvenuti nel corso delle campagne di scavo condotte a partire dal 2007 quali ceramiche, oggetti in bronzo e moltissime ossa animali e la rievocazione dell’assedio del 1500. I reperti esposti illustrano non solo le modalità alimentari e la dieta del villaggio tra il X ed il XVI secolo, ma evidenziano anche la rete di commerci mediterranei in cui Lettere era inserita grazie alle rotte gestite dagli amalfitani, con contenitori da trasporto e ceramiche invetriate dall’Africa Settentrionale, dalla Spagna e dalla Sicilia.
Visitare i resti dell’antico castello è un’occasione unica e si può ammirare un vero e proprio villaggio medievale sulle pendici dei Monti Lattari. La rocca di Lettere riserva grandi sorprese e la visita guidata ai resti del castello, del villaggio e della cattedrale medievale dopo le recenti indagini archeologiche consentono di apprezzare un monumento praticamente sconosciuto al grande pubblico, anche se visibile da tutta la valle del Sarno.
Oggi il castello è a disposizione del pubblico sia come set fotografico che come luogo di cerimonie. Ma serve ben altro per valorizzare uno dei complessi archeologici medievali meglio conservati e più importanti di tutta la Campania. Si spera che in futuro si dia anche la possibilità alle persone come la mamma di Nicia, che non è più abile a camminare senza ausili, di visitare il luogo in piena sicurezza e armonia.