Corsi e ricorsi storici. Nel 2019 la Salernitana in casa del Pescara rischiava la retrocessione, ora in quello stesso stadio i granata centrano la Serie A tornando nella massima serie calcistica dopo 22 anni. A battere il Pescara ci hanno pensato nel secondo tempo André Anderson, Casasola (che erano anche nella rosa del 2019) e il talento napoletano Tutino. In panchina ora c’è Fabrizio Castori, stacanovista al suo secondo campionato vinto in B (tra B e Terza Categoria sono 10 i suoi campionati vinti, ndr). Ma sul manto erboso di Pescara si incrociano anche le storie del salernitano doc Gianluca Grassadonia, allenatore dei pescaresi, e la sua Salerno. Proprio quest’ultimo è stato vittima di uno spiacevole evento: alla vigilia sua figlia è stata aggredita da alcuni cittadini salernitani con l’obiettivo di intimorire il tecnico del Pescara (già retrocesso, ndr) e indurlo a perdere. Netta la presa di posizione del tifo salernitano che ha preso le distanze ma anche quella della famiglia Grassadonia che, con molta probabilità, lascerà Salerno. Nonostante tutto, la Salernitana ha ugualmente centrato il suo obiettivo e i tifosi, quelli veri, possono gioire (si spera con responsabilità). Ora, passata la festa, ci sarà un’altra decisione importante da prendere. Il presidente Lotito, già patron della Lazio, non potrà tenere entrambe le squadre in Serie A e dovrà venderne una. Non resta che attendere.
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