La violenza contro le donne è la problematica scottante di cui parla la scrittrice e giornalista di origini frattesi Teresa Del Prete nel libro “Due minuti di rumore”, edito da Graus edizioni e presentato il 28 maggio al Senato della Repubblica alla presenza della senatrice Mariolina Castellone, Vice Presidente del Senato. Presente come ospite d’eccezione il professore Francesco Vaia (che ha scritto la prefazione del libro), già direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute e attualmente componente dell’Autorità Garante Nazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità. La scrittrice Teresa Del Prete si occupa da anni di violenza contro le donne.
Questa è la sua terza fatica letteraria. Dopo aver pubblicato “Prospettive” e “Non solo numeri”, ha richiamato ancora l’attenzione sulla problematica della violenza sulle donne con una nuova opera. La presentazione del libro è stata tempestiva e maggiormente intensa perché, proprio in quei minuti, veniva divulgata la notizia del femminicidio di Martina Carbonaro, la ragazza di quattordici anni di Afragola uccisa dall’ex fidanzato. Durante la presentazione del libro la senatrice Castellone, oltre a dare notizia del grave femminicidio, ha sottolineato che la violenza contro le donne non è più un’emergenza, ma una piaga sociale.
A tal proposito il professore Vaia ha aggiunto che maggiormente questa violenza è condannabile quando viene perpetrata ai danni di donne con disabilità. Fondamentale dunque, diventa la prevenzione, principio applicabile non solo in medicina, ma anche in ogni campo del settore sociale.
Il libro “Due minuti di rumore” è una raccolta di cinquantadue articoli, con l’obiettivo di “fare rumore” e mettere in evidenza la piaga sociale che colpisce le donne di tutte le età, a partire da quelle giovanissime che confondono la prassi del controllo ossessivo con quella che ritengono una normale gelosia, fino alle donne adulte che dicono “no” ad un comportamento aggressivo e ossessivo del compagno.
Teresa Del Prete nel libro specifica che non bisogna pensare che la violenza sia solo quella fisica, ma è nei piccoli gesti quotidiani che comincia la vessazione. Per esempio a tutt’oggi assistiamo ad un linguaggio discriminatorio, come il rifiuto dei nomi delle professioni al femminile, l’esclusione o la difficoltà per le donne di raggiungere cariche apicali, per non parlare della differenza di stipendio.
Pertanto, la prevenzione porta ad educare le giovani generazioni, a partire dalle famiglie, come chiaramente riportato nell’articolo relativo alla dichiarazione del ministro della giustizia Nordio, rilasciata durante un convegno a Napoli. La scrittrice, nel commentare le dichiarazioni di Nordio, specifica quanto sia importante che, oltre alla pratica di sensibilizzazione nelle sedi istituzionali, diventi fondamentale che i genitori si riapproprino della propria funzione genitoriale trascorrendo più tempo con i figli e dando esempi di rispetto praticato anziché solo predicato.
Gli articoli sono scorrevoli, veloci e di facile lettura. La narrazione è intrigante e coinvolgente, perché il lettore viene interessato ad una serie di scenari drammatici, fatti di cronaca e approfondimenti che hanno colpito o colpiscono ancora le donne, come per esempio il femminicidio di Giulia Cecchettin, tracciando uno spaccato della società attuale e delle diverse reazioni familiari di fronte a tali atrocità.
Tutti gli articoli, commentati, rendono il lettore edotto sulla problematica, sulle iniziative promosse ai vari livelli istituzionali, ma anche su quelle forme di sessismo quotidiano che ormai siamo così abituati a sentire e a vedere che non ci facciamo caso. La scrittrice conclude con un monito: solo un’azione collettiva e continua, se pur lenta, può mettere fine a questa violenza.