Luciano Ranieri, street artist di Poggiomarino, si racconta in occasione del nostro podcast “Stasera Che Sera” su Radio Star 2000. Ospite della seconda puntata della seconda stagione, ha parlato ai microfoni di Nello Cassese e Maurizio Viviani (QUI LA PUNTATA INTEGRALE).
“Sono partito dalle camerette, anzi, dalla mia cameretta – dice – Lì dipingevo e poi sono diventato street artist. Io vengo da una famiglia umile, tutti muratori e camionisti. Quando li vedevo stanchi pensavo che non avrei voluto fare un lavoro che poi non mi fosse piaciuto. Quindi, mi sono detto di provarci, almeno avrei fatto quel che mi piaceva. Ma ci vogliono impegno e sacrificio. Prima o poi, secondo me, ce la si fa“.
Poi un passaggio sull’opera su Antonio Conte, la prima dall’arrivo a Napoli dell’allenatore pugliese: “Il murale a Conte, paradossalmente, è stato molto criticato all’inizio perchè era un ex allenatore della Juve. Sono stato massacrato con tanti messaggi che mi criticavano per questa scelta. Fortunatamente è andata bene, ho avuto solidarietà anche in radio“. Anche il murales a Mazzocchi è stato un po’ criticato perchè – dice – “era meno blasonato rispetto agli altri calciatori. Io però ogni volta che realizzo un’opera voglio dare sempre un significato specifico. Lui è partito dal nulla, io ho visto dove viveva. E’ riuscito ad arrivare al top del calcio italiano. L’ho anche conosciuto, è un ragazzo davvero umile“.
“Ogni street artist ha un pensiero diverso – conclude – Anche quando si fa un’opera su un ragazzo morto in circostanze strane come quelle di Ramy c’è possibilità di lanciare un messaggio. In ogni caso, quando si tratta di una vita umana, bisogna sempre andare cauti ed avere rispetto“.