“Malata di tumore e al quinto mese di gravidanza, abbiamo scelto di andare a Milano per le cure”

Nello Cassese Nello Cassese29 Maggio 20184 min

Pina e Valentino sono una coppia come tutte le altre, hanno però una storia da raccontare, un’avventura vissuta sulla propria pelle. Una storia di dolori e sacrifici, di gioie e tristezze. Un calvario, un viaggio intrapreso macinando kilometri e speranze.

Tutto comincia più di un anno fa: Pina aspetta il suo terzo bambino, è al quinto mese di gravidanza e compie le analisi del caso. “L’ecografo mi dice di non preoccuparmi per la tiroide ma per il seno, poiché le lastre avevano fatto trasparire qualcosa di preoccupante”: racconta Pina. Le notizie non sono confortanti, le analisi hanno mostrato la presenza di un tumore maligno al seno.

Valentino e Pina decidono quindi di affidarsi al centro Tumori del Pascale di Napoli. Qui però qualcosa non va come previsto: i coniugi raccontano che al Pascale il personale responsabile dice loro che per cominciare il trattamento antitumorale bisogna interrompere la gravidanza. “Immaginate il mio stato d’animo: in un sol colpo rischiavo di perdere mia moglie e avrei perso mia figlia. Non ho dormito per 4 notti, mi sono documentato su internet, dovevo sapere se c’erano stati casi simili al nostro”: afferma Valentino.

I coniugi decidono quindi di partire da Piazzolla di Nola in direzione Milano, la speranza si chiama IEO (Istituto Europeo Oncologico). A Milano Valentino e Pina trovano rassicurazioni: l’operazione si può fare senza intaccare il bambino ma il tumore deve essere rimpicciolito, Pina così il 12 maggio comincia la prima serie di chemioterapie. “Allo IEO abbiamo incontrato il dottor Fedro Peccatori e abbiamo cominciato le chemio, ogni 21 giorni circa venivano ripetute. Al terzo ciclo, quindi dopo più di un mese, veniamo contattati dal Pascale e avvisati della possibilità di un pre-ricovero per mia moglie, non immaginavano però che lei non solo non avesse abortito, ma avesse addirittura cominciato la cura – racconta Valentino – Da ignorante in materia, ho dedotto che dal terzo mese di gravidanza in poi è possibile fare l’intervento senza complicazioni (Pina era al quinto mese). A Milano fanno i miracoli? No, applicano solo il protocollo”.

Un calvario che però ha portato una nuova vita in questa famiglia dell’Agro: il 14 agosto nasce la piccola Francesca Pia, terzogenita di Pina e Valentino. Pina però deve riprendere la sua lotta con il tumore e ricomincia le chemio, questa volta al Secondo Policlinico di Napoli. Indirizzati dal prof. Peccatori, Pina e Valentino si affidano al dottor Mario Giuliano nel nosocomio partenopeo. Durante le feste di Natale l’intervento per sconfiggere il tumore, Pina e Valentino risalgono a Milano, festeggiano a distanza con la famiglia il Capodanno ma riescono a tornare a casa con una speranza accresciuta nel futuro.

I coniugi, per forza di cose, hanno scelto quindi di lasciare il Pascale, ritenuto istituto d’eccellenza in Campania, e si sono spostati a Milano. “Le difficoltà sono state tante, sia dal punto di vista economico che organizzativo. Non sapevamo a chi lasciare i nostri due figli piccoli, sono figlio unico e i miei genitori e i miei suoceri sono anziani – racconta Valentino – è stata dura soprattutto festeggiare l’ultimo dell’anno lontano dai miei figli, a centinaia di chilometri di distanza, ci siamo fatti gli auguri via telefono”.

Tutto questo poteva essere evitato? Valentino di puntare il dito e far polemica non ne ha voglia, ci racconta, ma ha voglia di lanciare un messaggio, di ricevere risposte : “Perché con un istituto del genere a quattro passi da casa siamo dovuti andare a Milano? Abbiamo medici bravissimi, anche al Nord la maggior parte dei dottori è di origini meridionali. Io non punto il dito contro nessuno. Il Pascale è stato, è e spero sarà un punto di riferimento per il territorio. Spero che il nostro sia solo un caso isolato”.

Pina sta continuando le cure e i primi risultati positivi stanno cominciando ad arrivare, ma quando chiediamo alla donna come vede il futuro lei si blocca, frenata dall’emozione. Prende le parole allora Valentino: “Non so come vediamo il nostro futuro, per tutti noi sarà un po’ difficile ma spero che poi sarà roseo. Pina, che prima era una piagnucolona, ora è una guerriera, è rinata. Abbiamo adottato lo slogan dello IEO, ce lo siamo tatuato : Io non temo le sfide. Il cancro ha paura di chi lo sfida!”. Affetti, energie, soldi, tutto questo investito in una sfida per la vita, una sfida che magari poteva essere vinta in casa e non in trasferta. Una storia che in parte ha regalato un lieto fine, una luce alla fine di un tunnel. Ma tutto questo poteva essere evitato?

di seguito l’intervista integrale:

Nello Cassese

Nello Cassese

Classe 1994, laureato in Scienze della Comunicazione con in Laurea Magistrale "Corporate Communication and Media" all’Università degli Studi di Salerno. Appassionato di calcio e sport in generale, segue con interesse e impegno temi di attualità vari, in particolar modo quelli inerenti il sociale e il terzo settore. Giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal novembre 2016. Dal gennaio 2018 è direttore di Zerottouno News e dal novembre 2022 è anche Editore della stessa testata. Ha collaborato con il quotidiano online IlPopolareNews, con l'emittente televisiva nolana Videonola, come inviato sportivo per Il Giornale di Sicilia e come speaker radiofonico per Radio Antenna Campania. Attualmente è anche Addetto stampa del Nola 1925 e opinionista nella trasmissione "Tifo Azzurro" su Tele A.

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