“Mistero a Crooked House”: il film sul giallo atipico di Agatha Christie

Vittorio Paolino Pasciari Vittorio Paolino Pasciari7 Novembre 20215 min

Mistero a Crooked House (Crooked House) è un film del 2017 di genere giallo-thriller-noir diretto da Gilles Paquet-Brenner. La pellicola ha per interpreti principali Glenn Close (Lady Edith de Havilland), Max Irons (Charles Hayward), Stefanie Martini (Sophia Leonides), Christina Hendricks (Brenda Leonides), Julian Sands (Philip Leonides), Gillian Anderson (Magda Leonides), Christian McKay (Roger  Leonides), Amanda Abbington (Clemency Leonides), Honor Kneafsey (Josephine Leonides), Preston Nyman (Eustace Leonides), John Heffernan (Laurence Brown), Jenny Galloway (tata Nannie), Terence Stamp (ispettore Taverner), David Kirkbride (sergente Glover), Tina Gray (signorina Ackroyd) e Roger Ashton-Griffiths (signor Gaitskill). Il film è un libero adattamento cinematografico del giallo È un problema scritto da Agatha Christie nel 1949 è considerato dalla stessa autrice uno dei suoi lavori preferiti.

 

TRAMA Inghilterra, Anni ’50. Quando il ricco patriarca greco Aristides Leonides muore in circostanze misteriose, la nipote Sophia chiede all’investigatore privato Charles Hayward, ex-diplomatico dell’ambasciata britannica e suo ex-amante, di stabilirsi nella tenuta di famiglia per indagare sulla vicenda. Una volta lì, Charles fa la conoscenza delle tre generazioni della dinastia (figli, cognata, seconda moglie, nipoti), trovando un’atmosfera velenosa e piena di risentimento. In un intrigante ed intricato caleidoscopio di personaggi ambigui la scoperta dell’assassino lo porterà a svuotare un vaso di Pandora in cui il male presente nell’animo umano mostrerà le sue varie sfaccettature.

la locandina del film, uscito nel 2017

ANALISI La presentazione dei caratteri, accentuata da un contesto cupo anche durante le ore diurne e da interpretazioni impeccabili, è il punto di forza della trasposizione in celluloide. L’azione scorre alternando il presente con i ricordi attraverso un abile uso del flashback. Il cliché tipico del delitto a scopo di eredità e la scoperta del colpevole sono solo lo sfondo al dramma in cui lo spettatore vive letteralmente le emozioni e le contraddizioni di anime legate da ambizioni e delusioni represse. E quando l’ultimo flashback introduce lo scioglimento dell’enigma, la sconvolgente rivelazione punta, tragicamente ed inesorabilmente, il dito accusatore contro un’umanità corrotta che, illudendosi di poter tenere a freno chiunque, non fa che accrescere il male che è dentro ognuno di noi.

Agatha Christie  (1890-1976)

DA UN GIALLO ATIPICO… Il romanzo giallo Crooked House (lett. “La casa distorta”) pubblicato nel 1949 è apparso in Italia con il titolo È un problema il 30 dicembre 1950 nella collana Il Giallo Mondadori (n° 105) e l’edizione più recente risale al 2001 per la stessa casa editrice, traduzione di Rosalba Buccianti e commento di Anna Luisa Zazo. La stessa autrice ha più volte affermato che questa storia, tratta da una filastrocca, era assieme ad un altro romanzo (Le due verità, 1958) la sua opera migliore fra i suoi cosiddetti “romanzi liberi”, ovvero in cui non è presente la figura del detective fisso (es. Hercules Poirot o Miss Marple) ma uno del tutto inedito.


Un occhio esperto ed appassionato della signora Agatha può chiaramente individuare un contesto tipico: la vittima è un riccone dal passato oscuro, maniaco del controllo, che tiene sotto scacco i suoi familiari che appaiono facili sospetti del crimine a scopo di lucro e vendetta. Ma proseguendo nella lettura si scopre che c’è altro, e non solo perché a sciogliere il mistero è un personaggio del tutto inedito. Ciò che l’autrice vuole porre in risalto è il ritratto psicologico dei personaggi che fa passare in secondo piano il giungere alla soluzione del mistero.

 

… AD UN NOIR INTRIGANTE I punti di forza del libro, un dramma che stupisce per la capacità di delineare caratteri e di stuzzicare le capacità deduttive di menti acute nutrite di giallo, lo rendono qualcosa di unico e assolutamente degno dei capolavori della Regina del giallo, ripresi ed accentuati con una fedeltà quasi assoluta nella trasposizione in celluloide.

La regia si avvale di una scenografia in perfetto stile giallo all’inglese e grazie ad interpreti perfetti – su cui spicca la decana Glenn Close (La casa degli spiriti), colonna portante del Cinema che non ha bisogno di presentazioni – aggiunge al giallo atipico un tono di acceso noir (due generi letterari fratelli nati dal poliziesco ma di carattere distinto): basti notare come, a differenza del romanzo, perfino l’investigatore non sia esente da colpe che rendono il suo animo non meno dannato di quello dei sospettati.

Il male è presente in ognuno di noi umani e sta lì pronto ad emergere come reazione ad una realtà troppo corrotta per essere accettata. Ancora più inquietante è quando esso germoglia e si manifesta in quella che dovrebbe essere ancora l’età dell’innocenza che non va repressa ma sostenuta e amata.

CUPO, INTRICATO ED INTRIGANTE.

Vittorio Paolino Pasciari

Vittorio Paolino Pasciari

Classe '86, nolano DOC. Laureato in Lettere Classiche, appassionato di cinema, letteratura e teatro.

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