Mr Poomba si racconta: da Fea al nuovo disco, passando per il freestyle e la scrittura dei testi

Francesco Amato Francesco Amato27 Luglio 20194 min

Questa volta ai microfoni di 081 News, abbiamo avuto il piacere di parlare con Pasquale Aliperti, meglio noto come Mr. Poomba. Abbiamo parlato della sua formazione musicale attraverso le sfide di freestyle, ci ha detto del suo nuovo disco in uscita in esclusiva e ci ha rivelato alcuni aneddoti. Vale la pena leggere l’intervista completa, eccola qui.

Il tuo modo di fare rap è improntato sul freestyle, credi che questa sia una risorsa fondamentale per un rapper?

Io credo che il freestyle sia la base per un rapper e la maggior parte dei migliori rapper che conosciamo ora hanno iniziato proprio col freestyle, si sono svezzati sui palchi facendo questo. Emis Killa, Clementino, Fedez, Jake la Furia, Guè Pequeno, ci sono moltissimi esempi di rapper che sono partiti così. Penso che il freestyle serva ad entrare nel concept di scrittura delle rime e anche a comprendere il rapporto con il pubblico. Il freestyle è la gavetta del rap.

La “tritolo battle” è un evento che ti accompagna da ormai 2 anni, cosa rappresenta per te questa competizione?

La tritolo è una rivalsa, nasce da un’idea mia, di Clementino e di Paolo Maccaro. Abbiamo pensato di portare una battle importante anche al sud perchè è pieno di piccole battle che restano nell’underground. Abbiamo cercato, con la tritolo, di dare maggiore risonanza al freestyle anche qui al sud portando nomi importanti in giuria. Siamo stati classificati tra le tre T: Tyson, Tecniche e Tritolo.

Quali sono le influenze musicali del tuo rap? C’è un rapper al quale ti sei ispirato spesso.

Io ho iniziato a fare rap ascoltando i freestyle, quindi quelli che mi hanno ispirato sono stati Clementino, Kiave, Ensi e tutti quelli che ascoltavo nelle battle. Dal lato lirico sono stato sempre attratto dall’introspezione, amavo testi e scritture come quelle di Ghemon, mi avvicinavo allo stesso Kiave o a Clementino. Ammiro tantissimo Fibra ma preferisco ispirarmi non a quei testi crudi ma a quelli più introspettivi di questi artisti. Attualmente ascolto anche artisti come Frah Quintale e Willie Peyote, non disdegnando però coloro che sono stati i capisaldi del rap italiano come Fibra, Marracash, i Club Dogo. Prendo di ognuno quello che è attinente alle mie sonorità.

Cosa ti aspetti dal futuro?

Io sono un eterno insicuro, ci sono pochi  pezzi miei in giro perchè sono molto autocritico; colgo l’occasione per salutare Biro, un beat-maker fortissimo. Ora collaboro con Mantra e posso rivelarvi che sto lavorando a un disco che uscirà dopo l’estate. Un disco per me è come un figlio e come tale mi da gioie e preoccupazioni. Entro ottobre sicuramente uscirà qualcosa su YouTube, per ora farò uscire qualche strofa su instagram, chi mi volesse seguire può farlo cercando il profilo @poomba_libre. Se però parliamo di progetti discografici, allora posso dire che c’è anche qualcosa con Fea.

Fea, Freestyle Elite Agency, ha offerto il primo show italiano completamente in freestyle al grande pubblico, cosa rappresenta per te e perché nasce?

Il nostro primo show è avvenuto in concomitanza con un live di Ensi, il Maradona del freestyle italiano, lui stesso mi ha detto “chi ha fatto freestyle ritorna al freestyle” e ci ha fatto i suoi complimenti per quello che abbiamo fatto. Chi non ha mai visto una gara di freestyle può provare davvero qualcosa di bellissimo e nuovo assistendo a questo show, uno spettacolo che per sua natura varia sempre. Fea è un onore per tutti quelli che ci sono dentro perchè nasce per salvaguardare i diritti dei freestyler che avevano bisogno di tutelarsi permettendogli di essere riconosciuti come veri e propri artisti. Per restare ai massimi livelli nel freestyle è necessario essere sempre in allenamento, è una cosa da prendere seriamente altrimenti si viene massacrati nelle battle.

Ho visto che sei impegnato anche nello scrivere i testi, hai infatti collaborato nella stesura del testo del nuovo singolo di Gregorio Rega, che è stato ai nostri microfoni con Andrea Nocerino. Cosa significa per te la scrittura musicale?

Non disdegno un futuro da ghostwriter, io sono un rapper “cantautore”, sempre tendente verso il rap ma con una forte passione per la scrittura dei testi. Io e Greg ci siamo conosciuti tramite Daniele Franzese che è un grandissimo musicista e producer. Ci siamo trovati in studio un giorno io, Greg e Daniele: Greg accennava dei vocalizzi, allora su di essi abbiamo cercato di trovare le parole giuste ed è venuto fuori il suo nuovo singolo che sta andando fortissimo. Non mi dispiacerebbe in futuro regalare qualche mio pezzo a un artista che stimo davvero.

Francesco Amato

Francesco Amato

Classe 1998, studente di Lingue e Letterature Straniere all'Università degli Studi di Salerno. Appassionato di musica, comunicazione digitale e giornalismo. Giornalista pubblicista dal 2020. Una frase che lo identifica? "Non si scrive perché si ha qualcosa da dire ma perché si ha voglia di dire qualcosa”.

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