“In una città in cui ai fattori strutturali dell’emergenza abitativa si è sommata la bolla speculativa degli affitti turistici, e una conseguente ondata di gentrificazione, non si può sottrarre un intero pezzo degli alloggi del patrimonio al diritto alla casa”. Lo fa sapere Sinistra Italiana in una nota. “Nel regolamento proposto al Consiglio sugli alloggi del patrimonio disponibile del comune di Napoli ci sono troppi passaggi problematici su cui abbiamo proposto emendamenti: l’ingresso dei fondi immobiliari, la possibilità per un singolo conduttore di affittare più alloggi, l’esclusione delle fasce deboli con reddito inferiore a 15.000€ e la formalizzazione di un carattere premiale verso i redditi più alti che per la prima volta, con una chiara vocazione classista che ignora nel modo più assoluto la componente più fragile della popolazione napoletana, compare nel dettato di un regolamento sulle case del comune. Il pesante deficit nell’offerta di edilizia residenziale pubblica, che dipende chiaramente da scelte antisociali ma ormai consolidate del governo, non consente di escludere il resto del patrimonio pubblico dalla finalità prioritaria di tutelare il diritto alla casa dei ceti popolari. Per questo abbiamo condiviso le motivazioni della protesta della campagna Resta Abitante davanti al consiglio comunale. Pur consapevoli degli oneri finanziari del Comune, invitiamo l’amministrazione, che con i fondi PNRR sta portando avanti interventi importanti in alcune periferie tra cui Scampia, Barra e Ponticelli, a rivedere il proprio orientamento su questo regolamento e in generale a considerare il diritto all’abitare una priorità dell’azione politica e amministrativa”.
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