Operazione contro il clan di Secondigliano: risolto l’omicidio Gargiulo

Scampato a diversi agguati, al suo posto era stato ucciso un ragazzo innocente

di Redazione Zerottouno News

Nell’ambito di attività di indagine diretta da questa Procura della Repubblica, la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito una ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di otto persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione di stampo mafioso, omicidio, occultamento di cadavere, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di stupefacenti, detenzione e porto abusivi di armi da fuoco, estorsione, favoreggiamento personale, riciclaggio e ricettazione. La complessa attività d’indagine ha riguardato gli assetti criminali nel quartiere napoletano di Secondigliano, rientrante nell’ambito della sfera di influenza, indirizzo e controllo propri del dominante cartello camorristico conosciuto come l’Alleanza di Secondigliano, facente capo alle famiglie mafiose dei Licciardi, dei Contini e dei Mallardo ed in particolare il gruppo del “Rione Don Guanella”, articolazione del clan Licciardi, diretto ed organizzato da Bruno Antonio.

Le investigazioni hanno disvelato i mandanti, gli esecutori, il movente e le modalità dell’omicidio di Domenico Gargiulo, pregiudicato, affiliato al clan Sautto – Ciccarelli, ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla nuca nel settembre del 2019. La vittima, soprannominata “sic e Penniell, era stata affiliata dapprima al clan Abbinante, operante nel quartiere cittadino “Monterosa”. Successivamente, nel corso della terza faida di Scampia (fine 2011 – inizio 2012), era transitata, come esponente di spicco, alla contrapposta organizzazione criminale denominata “Clan Marino”, operante nel quartiere Secondigliano nella zona delle Case Celesti.  Nel 2012 era scampato a due diversi agguati ad opera di affiliati al cartello camorristico Abbinante-Abete-Notturno maturati nell’ambito della strategia tesa ad uccidere appartenenti alle organizzazioni contrapposte dei clan Marino e della Vinella-Grassi tra loro alleati. Il 15 ottobre 2012 gli esecutori materiali commettevano un errore di persona e, al suo posto, uccidevano Pasquale Romano, soggetto completamente estraneo a dinamiche criminali. Meno di venti giorni dopo, il 3 novembre, il Gargiulo era nuovamente vittima di un agguato, ma la pistola si inceppava e riusciva a darsi la fuga.

Nel settembre 2019 il Gargiulo, con uno stratagemma, veniva condotto nel luogo in cui sarebbe stato commesso l’omicidio e il cadavere veniva occultato nel bagagliaio di un’autovettura rubata fatta ritrovare poi l’8 settembre 2019 nel Rione Don Guanella. Il movente dell’omicidio e la riconducibilità della sua esecuzione ai capi dei due clan alleati, Licciardi e Sautto-Ciccarelli, appare la dimostrazione del collegamento degli stessi, a fini criminosi, con il vicino clan Abbinante non solo per perseguire strategie criminali finalizzate al predominio del territorio ma, successivamente, anche per vendicarsi della condanna all’ergastolo inflitta a Salvatore Baldassarre, nipote del capo clan Antonio Abbinante, per l’omicidio di Pasquale Romano e per il tentato omicidio dello stesso Gargiulo commessi il 15 ottobre e il 3 novembre del 2012.

Le investigazioni hanno documentato la disponibilità da parte degli affiliati di numerose armi da fuoco, utilizzate per scorribande armate e intimidazioni nei confronti dei gruppi criminali avversari. E’, altresì, emerso che il clan Licciardi controlla anche il mercato dei veicoli rubati, gestendo la vendita a terzi o la restituzione al legittimo proprietario, dietro compenso, dei veicoli provento di furto (secondo il meccanismo cosiddetto del “cavallo di ritorno”). Inoltre, è stato accertato che un ulteriore ingente guadagno per le casse del clan Licciardi è costituito dalla gestione delle piazze di spaccio del rione Don Guanella. E’ stata ricostruita una fiorente attività, i cui proventi vengono, almeno in parte, reinvestiti nell’acquisto da soggetti criminali operanti in altre zone di ulteriori partite di stupefacenti con cui rifornire continuamente sia le piazze di hashish che quelle di cocaina. Sono stati individuati i fornitori, ricostruiti gli accordi, i tempi e le modalità degli approvvigionamenti e delle successive consegne e la programmazione per l’ingaggio di nuovi spacciatori in caso di arresti. Contestualmente alla esecuzione del provvedimento di custodia cautelare, la Polizia di Stato ha eseguito perquisizioni nei confronti dei soggetti destinatari della misura cautelare e di altri indagati.

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