In occasione della XXIV edizione del “Premio Cimitile” sarà presentato il libro “I nonni raccontano… i mestieri”, a cura dell’Associazione “TERRA MIA”, nata nell’ottobre del 2011 da un’idea di Giovanni Petillo. L’evento si terrà presso il Complesso Basilicale Paleocristiano di Cimitile mercoledi 12 giugno alle ore 19,00.
Questo volume nasce da un progetto di volontariato fortemente voluto dalla coordinatrice, Pina Pignatelli, e vuole mettere in risalto la storia personale e lavorativa dei suoi protagonisti. Il progetto ha visto 8 autori (Rossella Bozzoli, Rossana Maccaro, Leonardo Napolitano, Anna Maria Peluso, Giuseppe Petillo, Felice Petillo, Alberto Russo, Fortuna Scafuro) ascoltare e registrare la vita di 10 pensionati del territorio di Cimitile (Carmelina Amato, Pasquale Ambasciano, Generoso Angelillo, Armando Balletta, Giuseppe De Falco, Grazia Ferullo, Felice Maccaro, Antonio Peluso, Biagio Sabatino, Carlo Scafuro) e, successivamente, trascrivere questi racconti per renderli fruibili ai lettori. Con impegno e passione, gli operatori hanno portato a termine con il coordinamento del sociologo Alberto Russo.
“Lo scopo di questo secondo libro, in cui i nonni raccontano, è raccontare quei mestieri oramai desueti ed abbandonati – ha commentato Pina Pignatelli – L’obiettivo principale del progetto è stato quello di sottolineare che gli anziani sono una risorsa preziosa nel campo della formazione, attraverso la memoria dei loro mestieri quasi dimenticati, e la loro disponibilità a raccontarli e a insegnarli alle nuove generazioni“.
“Anche nella raccolta di queste storie, presentate in questo libro, sono stati dimostrati la validità e l’enorme potere che ha il racconto, ovvero far conoscere alle nuove generazioni di oggi avvenimenti successi nel secolo scorso – ha affermato Alberto Russo – Abbiamo portato alla luce le dinamiche con le quali le generazioni di ieri hanno, con molta difficoltà e sacrifici, imparato un mestiere che poi è diventato fonte di reddito della propria vita, fino alla costruzione di nuovi nuclei familiari. Valorizzare queste esperienze di vita non solo è doveroso da parte delle nuove generazioni di oggi, ma è un segno tangibile di riconoscimento che tutti noi dobbiamo verso i nostri genitori per tutto quello che hanno fatto”.