I referendum dell’8 e 9 giugno 2025 sono cinque referendum abrogativi che riguardano, in particolare, i temi del lavoro e della cittadinanza. I quesiti affrontano il diritto del lavoro, nello specifico i licenziamenti e le tutele dei lavoratori, e il tema della cittadinanza italiana per stranieri. Nella pratica, ogni elettore riceverà cinque schede, una per ciascun quesito. Si potrà votare (nel primo giorno dalle 7 alle 23 e nel secondo giorno dalle 7 alle 15) “Si” per abrogare la norma o “No” per mantenerla. Gli italiani residenti all’estero, invece, possono votare per corrispondenza (i plichi elettorali vengono spediti entro il 21 maggio e chi non li avesse ricevuti entro il 25 maggio può contattare il proprio ufficio consolare”. I referendum abrogativi non sono una novità in Italia, essi sono regolati dall’articolo 75 della Costituzione italiana e dalla legge n. 352/1970. Per l’approvazione di un referendum, è necessario che la maggioranza dei votanti si esprima a favore dell’abrogazione e che abbia votato la maggioranza degli aventi diritto. La Corte Costituzionale, infine, ha il compito di verificare l’ammissibilità dei quesiti referendari.
LA POSIZIONE DELLA POLITICA
- Diverse forze politiche hanno preso posizione sui singoli quesiti, con appelli al “Sì” o al “No” a seconda delle loro valutazioni sulle modifiche proposte. Ecco una panoramica delle principali posizioni.Partito Democratico: Il PD si è schierato apertamente a favore del “sì” su tutti e cinque i quesiti referendari,
con particolare enfasi su quelli riguardanti il lavoro. La segretaria Elly Schlein ha sottolineato la necessità di contrastare la precarietà e aumentare la sicurezza dei lavoratori. In particolare, il PD sostiene l’abrogazione delle disposizioni del Jobs Act, ritenendo che abbiano indebolito le tutele dei lavoratori. - Movimento 5 Stelle: Il M5S ha espresso la sua intenzione di sostenere i quesiti referendari, in particolare quelli
relativi al lavoro e alla cittadinanza. Il M5S ha dichiarato la loro volontà e il loro impegno a fare una campagna elettorale, a lavorare per invitare le persone a partecipare al voto. - Alleanza Verdi e Sinistra: AVS ha espresso un sostegno pieno e convinto ai quesiti referendari, definendoli una
“piccola ma grande rivoluzione” contro la precarietà e l’insicurezza. AVS propone cinque “sì” pieni e convinti, e ringrazia la CGIL per la promozione dei referendum. - Fratelli d’Italia (FdI), Lega e Forza Italia (FI): I partiti della coalizione di centro-destra hanno adottato una posizione di sostanziale astensione, invitando gli elettori a non partecipare al voto. I partiti della coalizione di centro destra, invitano a non votare ai referendum. La strategia sembra essere quella di arrivare a non superare il quorum di validità.
- La CGIL ha svolto un ruolo attivo nella promozione dei referendum, organizzando incontri con le forze politiche e campagne di sensibilizzazione. La CGIL ha sollecitato un confronto sui temi referendari con tutte le forze politiche, sia di governo che di opposizione.
In sintesi, mentre le forze di centro-sinistra si sono mobilitate a sostegno dei referendum, il centro-destra ha optato per una strategia di astensione. L’esito del referendum dipenderà in gran parte dalla capacità dei sostenitori del “sì” di mobilitare l’elettorato e raggiungere il quorum necessario.
QUALI SONO I QUESITI
I referendum abrogativi del 2025 toccheranno temi di grande rilevanza sociale e giuridica.
- Abrogazione di norme sui licenziamenti
Il quesito mira ad abrogare alcune disposizioni del Decreto Legislativo n. 23/2015 (Jobs Act) che disciplinano i licenziamenti individuali e collettivi. L’abrogazione potrebbe comportare un ritorno a una maggiore tutela del lavoratore in caso di licenziamento, con possibili modifiche alle indennità e alle procedure di reintegro. Così facendo, si aprirebbe un dibattito sulla necessità di un nuovo quadro normativo. - Abrogazione di norme sui contratti a termine
Il quesito riguarda l’abrogazione di parti del Decreto Legislativo n. 81/2015, che disciplina i contratti a tempo determinato. L’abrogazione potrebbe portare a una limitazione dell’uso dei contratti a termine, favorendo forme contrattuali più stabili. Successivamente, quindi, si discuterebbe dell’impatto di tale cambiamento sulla flessibilità delle imprese e sulle opportunità di lavoro per i giovani. - Abrogazione di norme sulla sicurezza sul lavoro
Il quesito si concentra sull’abrogazione di specifiche norme del Decreto Legislativo n. 81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro). L’abrogazione potrebbe modificare le responsabilità dei datori di lavoro in materia di sicurezza, con potenziali effetti sulle tutele dei lavoratori. Si riaprirebbe, così, il dibattito sull’efficacia delle misure di prevenzione degli infortuni sul lavoro. - Responsabilità dell’appaltatore Questo quesito intende abrogare “l’esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici”.
- Abrogazione di norme sulla cittadinanza
Il quesito mira a dimezzare i tempi di residenza legale necessari per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana per gli stranieri extracomunitari maggiorenni, portandoli da 10 a 5 anni. L’abrogazione comporterebbe una modifica dei requisiti per l’accesso alla cittadinanza, con possibili effetti sull’integrazione degli stranieri.
Sarà interessante osservare l’esito di quelle nuove consultazioni fissate per l ‘8 e 9 giugno 2025. È importante sottolineare, tuttavia, che le implicazioni legali di ciascun referendum dipenderanno dall’esito della votazione e dalle eventuali leggi che il Parlamento potrebbe adottare in seguito. In conclusione, ai cittadini resta la scelta di attuare il loro diritto-dovere di votare, allo Stato poi toccherà rispettare la volontà popolare e attivarsi in tal senso.