In Italia riaprono le librerie, in Campania tutto chiuso fino al 3 maggio

Annibale Napolitano Annibale Napolitano13 Aprile 20202 min

Rimane tutto chiuso in Campania, non cambia la situazione per quanto riguarda librerie e cartolibrerie. Chiusura fino al 3 maggio, così come è stato disposto con altre apposite ordinanze regionali in Lombardia e Piemonte. Garantita, in ogni caso, la vendita online dei testi ricercati e la distribuzione tramite corrieri sul territorio. L’ordinanza regionale n.32 del 12/04/2020 del presidente della Regione Campania nel dettaglio dispone che:

il commercio al dettaglio di articoli di carta, cartone, articoli di cartoleria e libri è sospeso, ad eccezione di quello già esercitato nelle edicole, negli ipermercati e nei supermercati, nelle tabaccherie, nonché dalla grande distribuzione multimediale e via internet.

La riapertura delle librerie da martedì 14 maggio, tuttavia, avviene in tutta Italia. Un riconoscimento decisamente importante attribuito al “libro” in quanto bene essenziale per la cultura ma anche per lo spirito umano. Non sono poche però le piccole librerie che per svariati motivi decidono di non riaprire. Emblematica è infatti la lettera aperta degli esercenti contrari all’apertura che si può trovare sul sito minima&moralia.it, dove è presente sia l’elenco delle cause che spingono questa parte di librai che aderisce al gruppo LED a dire no alla riapertura, sia l’elenco delle librerie che non riapriranno in tutta Italia. Di seguito è riportato il discorso finale del comunicato nato all’interno del gruppo Librai Editori Distribuzioni in Rete, che vede aderire 154 piccole librerie da tutte le città italiane:

Le librerie sono dei presìdi culturali che vivono costruendo relazioni, dei luoghi che hanno un peso nella creazione di comunità culturali e sociali, spazi che creano dibattiti, lavorano alla promozione e alla diffusione della lettura e della cultura in senso ampio, organizzano eventi e occasioni di confronto. Quando una libreria viene disarticolata da questo tessuto connettivo, quando non si guarda al complesso di attività che svolge e la si riduce a mero luogo di vendita delle merci, non solo si tradisce il ruolo che riveste nel territorio ma si fa finta di non vedere la differenza tra consumo e fruizione, tra cliente e cittadino.

Tanti di noi hanno continuato a lavorare senza alcuna certezza di sostegno economico, ad altri non è stato possibile portare avanti il proprio lavoro nel quotidiano, ma NON abbiamo mai smesso di fare cultura. Abbiamo continuato a dialogare con la nostra comunità di lettori attivando tutti i mezzi a nostra disposizione. Ora non abbiamo intenzione di esporci al solo scopo di fingere una “ripresa culturale delle anime” che ci potrà essere davvero solo quando sarà possibile la messa in sicurezza di tutti i corpi.

In mancanza di garanzie sulle richieste qui avanzate, molti di noi si riservano di non riaprire comunque l’attività nemmeno dopo l’entrata in vigore del decreto, almeno finché non sarà possibile esercitare il nostro lavoro nelle condizioni e con le tutele adeguate.

Annibale Napolitano

Annibale Napolitano

Classe '90, dedito ai temi legati all'ambiente e alla società nel suo insieme. Ha fatto studi classici, è appassionato di narrativa e di cinema.

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