Sant’Antimo: fiancheggiatore del clan Puca, maxi-sequestro di beni

L'operazione della Guardia di Finanza

di Redazione Zerottouno News

Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un provvedimento della Corte di Appello di Napoli – Sezione Penale – Misure di Prevenzione che ha disposto la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e il sequestro finalizzato alla confisca di beni nei confronti di un professionista di 67 anni, residente a Sant’Antimo, già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Il provvedimento scaturisce da indagini di polizia giudiziaria e da accertamenti di natura economico patrimoniale diretti e coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli che hanno consentito di appurare come il predetto professionista abbia fornito, reiteratamente, un supporto tecnico-contabile a diverse società riconducibili al clan Puca al fine di mascherare irregolarità e garantire un’apparenza di legittimità alle attività della predetta organizzazione
camorristica.

Tali attività illecite sono consistite, in particolare, nell’intestazione e nel trasferimento fittizio di quote societarie e nella predisposizione di contabilità fraudolente, caratterizzate dall’esposizione in bilancio di valori finanziari non corrispondenti al vero e dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Le suindicate condotte, unite al fatto che ha continuato ad operare nella sfera di influenza del clan anche dopo la scarcerazione, sono alla base del giudizio di pericolosità sociale del citato professionista e della misura di prevenzione personale disposta nei suoi confronti.

Le indagini patrimoniali del G.I.C.O. di Napoli hanno permesso, altresì, di evidenziare una marcata sproporzione tra i redditi dichiarati dal proposto e dai membri del suo nucleo familiare e le consistenze patrimoniali nella loro disponibilità. In particolare, dall’esame delle dichiarazioni dei redditi è emerso che il professionista destinatario dell’odierno provvedimento in alcuni anni non ha dichiarato alcun reddito mentre in altri anni ha dichiarato redditi modesti, assolutamente incompatibili con il tenore di vita evidenziato e con gli investimenti effettuati in sei unità immobiliari site a Sant’Antimo. In applicazione delle disposizioni del “Codice Antimafia”, i predetti beni immobili, aventi un valore complessivo di oltre 1 milione di euro, sono stati quindi sottoposti a sequestro ed affidati alla gestione di un amministratore giudiziario.

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