Tra salvataggi e ostilità della Guardia Costiera Libica continuano gli sbarchi

Redazione Zerottouno News Redazione Zerottouno News29 Ottobre 20192 min

Non si fermano i flussi migratori neanche con il nuovo Governo. E non poteva essere altrimenti, vista la gravità del fenomeno, mai estinto ma anzi alimentato dal recente conflitto in Siria. Il Governo giallorosso è parso intento nel cambiare direzione rispetto alla gestione “salvinicentrica“, tuttavia non ha del tutto dimenticato le vecchie procedure e non ha ancora messo mano sui “decreti sicurezza”. Nelle scorse ore, infatti, l’Ocean Viking, con 104 migranti a bordo, ha attraccato a Pozzallo, ricevendo però il permesso dopo ben 11 giorni (70 saranno ricollocati tra Francia e Germania).

Situazione simile è quella della Alan Kurdi della Sea Eye, in mare ormai da 3 giorni con 92 migranti salvati tra gli spari delle motovedette libiche. In un comunicato congiunto, infatti, le ONG hanno denunciato.

L’equipaggio della Alan Kurdi è stato minacciato dalla guardia costiera libica. Hanno tenuto sotto tiro l’equipaggio con le loro pistole. Diverse navi orbitavano attorno all’Alan Kurdi e ostacolavano il salvataggio di 92 persone. Alcune persone si sono buttate in acqua, la milizia aveva sparato in aria e in acqua verso le barche mettendo in serio pericolo la vita delle persone. I libici hanno poi lasciato l’area, ma una seconda imbarcazione è stata rapita da loro.

Nelle scorse ore l’ennesimo salvataggio: dopo 24 ore di ricerca, la Open Arms ha salvato 15 persone (6 uomini, 2 donne, 2 bimbi e 5 minori) che erano in deriva su un gommone che si stava sgonfiano. L’ONG attenderà ora la decisione dell’Italia e di Malta, mentre dalla Libia arrivano segnali non rassicuranti.

Il Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico ha emesso un decreto che ha come oggetto “il trattamento speciale delle organizzazioni internazionali e non governative nella zona libica di ricerca e salvataggio marittimo. Repubblica è entrato in possesso del documento di 19 articoli non ancora sottoposto alle ONG che, secondo le nuove regole non potranno riportare in Libia le persone salvate, dovranno lavorare sotto il principio di collaborazione e supporto, non dovranno bloccare le operazioni di ricerca e salvataggio marittimo esercitato dalle autorità autorizzate dentro l’area, lasciando la precedenza d’intervento, limitandosi all’esecuzione delle istruzioni del centro e impegnandosi a informarlo preventivamente su qualsiasi iniziativa, anche se considerata necessaria e urgente. Il prossimo 2 novembre, senza un intervento del Governo, il patto sui migranti Italia – Libia dovrebbe essere rinnovato.

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