Sessant’anni fa fu il set delle famosissime avventure di Don Camillo e Peppone, oggi invece Brescello vede la propria giunta comunale sciolto per infiltrazione mafiosa. La decisione del Consiglio dei ministri arriva dopo l’accertamento di infiltrazioni di natura ndranghetista e, secondo quanto sostenuto dagli esponenti regionali della Lega Nord, interessavano il comune sin dal 1999, anno in cui il leghista Borghezio aveva già denunciato pubblicamente i problemi del comune. Attualmente è in corso un processo, il quale vede imputate ben 230 persone, che cerca di stabilire gli interessi della cosca calabrese Grande Aracri nell’ambito di appalti comunali a Brescello. A prova dell’infiltrazione ci sono le attività antimafia del consigliere regionale dell’Emilia Romagna, Catia Silva, esponente della Lega, e anche alcuni contratti a tempo determinato stipulati dal comune di Brescello con persone appartenenti al clan ndranghetista. Il sindaco Coffrini, PD, si era dimesso il 10 Gennaio scorso dopo alcune sue spiacevoli ed evitabili dichiarazioni in cui definiva “una persona perbene” Nicolino Grande Aracri, boss della cosca ndranghetina. Ora ci sarà il commissariamento del Comune e si spera, come auspica la Regione, l’inizio di un lavoro antimafia più approfondito in una regione che finora si era sempre dimostrata resistente a questo genere di fenomeno.
articolo di Marco Sigillo

Marco Sigillo
Classe 1991, laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazioni all’Università Federico II di Napoli. Appassionato di comunicazione e scrittura, collabora con 081news dal dicembre 2015, interessandosi soprattutto di temi di portata nazionale ed internazionale. Giornalista pubblicista dal 2019.