“MCU Spiderman – Far From Home”: da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Vittorio Paolino Pasciari Vittorio Paolino Pasciari21 Luglio 201912 min

Spider-Man: Far From Home è un film del 2019 diretto da Jon Watts. La pellicola è il sequel del film Spider-Man: Homecoming (2017), nonché capitolo conclusivo della cosiddetta FASE 3 del ciclo Marvel Cinematic Universe (MCU) che ha per oggetto i personaggi dei fumetti creati dalla casa editrice Marvel Comics.

Fra gli interpreti principali spiccano Tom Holland (Peter Parker/SPIDER-MAN), Samuel L. Jackson (Nick Fury), Jake Gyllenhaal (Quentin Beck / MYSTERIO) e Marisa Tomei (May Parker).

LA TRAMA Terra. In seguito ai tragici eventi di AVENGERS: Endgame, Peter Parker deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. Non riuscendo a superare il trauma subìto, decide di mettere da parte il costume da supereroe e partire per una vacanza-studio in Europa con i suoi compagni di classe, soprattutto nella speranza di conquistare la ragazza di cui è innamorato, M. J. Watson. Ma i propositi di restare uno studente umano vengono meno quando è costretto da un redivivo Nick Fury ad intervenire per svelare il mistero degli attacchi di creature ribattezzate “Elementali” (per la capacità di sfruttare e manipolare gli elementi della natura: acqua, vento, fuoco, terra) che stanno creando scompiglio in tutto il mondo. Ad aiutarlo in questa nuova impresa è un nuovo personaggio dotato di poteri spettacolari, MYSTERIO.

ANALISI DEL FILM L’azione scorre piuttosto veloce con effetti speciali usati nelle dosi giuste. Qualche elemento comico già gustato negli esordi è perfettamente combinato con nuovi aspetti drammatici sulla crescita interiore del protagonista. L’omaggio al mentore eroicamente caduto, ma praticamente onnipresente durante tutto il film, è un vero colpo al cuore per i fan più devoti del MCU. La gita scolastica all’estero si rivela un divertente contesto per finire l’addestramento del giovane eroe in erba. Di fronte alle responsabilità che tenta di evitare per dedicarsi ad una normale vita da studente fra gli amici e le prime infatuazioni, l’amichevole Uomo-Ragno del Queens provoca inconsciamente una nuova potenziale minaccia per il pianeta. Un inaspettato alleato introduce un colpo di scena sorprendente che rimette in discussione una trama che sembrava puntare troppo sul puro intrattenimento. E quando il ruolo dell’eroe è ormai definito ecco spuntare, prima dei titoli di coda, un nuovo colpo di scena che preannuncia nuovi drammatici sviluppi per la prossima FASE 4.

IL PIÙ “UMANO” DEI SUPEREROI Era l’agosto del 1962 quando uno scrittore di nome Stan Lee (RIP) ed un disegnatore, Steve Ditko, creavano un personaggio dei fumetti che fu pubblicato, per la prima volta, dalla Marvel Comics sul n. 15 della collana Amazing Fantasy, in una breve apparizione. La storia ebbe un successo tale che l’editore si convinse a dedicare al personaggio una serie annuale in cui il nuovo personaggio figurasse da protagonista, The Amazing Spider-Man. Questo è l’esordio ufficiale di quello che, a buon diritto, può definirsi il simbolo della Marvel Comics.

Per capire cosa è il fenomeno Spider-Man bastano le parole del suo compianto papà Stan Lee, che così racconta la genesi del suo personaggio più famoso:

Osservando una mosca che camminava sul muro ho pensato: non sarebbe bello se un essere umano potesse fare la stessa cosa? L’ho immaginato adolescente e con un sacco di problemi personali.
Quando l’ho portato, eccitatissimo, all’editore, mi ha rimproverato: “Stan, i supereroi non hanno problemi personali!” Come si sbagliava
[…]»

SUPER-EROI CON SUPER-PROBLEMI    Ciò che contraddistingue i personaggi creati da Stan Lee è il fatto che nonostante, o per natura o in seguito ad incidenti, siano dotati di poteri che potrebbero migliorare la loro esistenza e quella delle persone da proteggere, sono il più delle volte visti con diffidenza dall’umanità e temuti come “mostri” (cfr. X-Men) per il semplice fatto di essere diversi dalla normalità così tanto ipocritamente difesa dalla civiltà terrestre. Per questo non meraviglia che questi personaggi siano il più delle volte portati a degenerare in anti-eroi, se non in veri super-cattivi, oppure sono di fatto super-eroi di animo puro che sempre devono nascondere il dolore provocato da tragiche perdite o da inevitabili rinunce per adempiere alla strada della giustizia che hanno scelto di intraprendere.

Tornando all’arrampicamuri del Queens, ancora una volta le parole di Stan Lee sono indicative su cosa lo rende assolutamente unico:

Penso che Spidey abbia avuto un effetto così forte perché, fra tutti i supereroi, è forse il più realisticamente umano. Non ha mai abbastanza soldi, è costantemente afflitto da problemi personali e il mondo non sembra propriamente approvare le sue azioni. Anzi, la maggior parte delle persone di solito sospetta e diffida di lui.
In poche parole, assomiglia molto a voi e a me. Un concetto che si potrebbe riassumere con la parola “immedesimazione. 

Peter Parker è un adolescente che affronta i problemi quotidiani della sua età. È  brillante come studente al liceo ma, fisico mingherlino e carattere assai timido, viene preso di mira da bulli e, prediligendo le scienze al divertimento, non ha successo con le ragazze. Tramite il morso di un ragno accidentalmente esposto alle radiazioni durante un esperimento, acquista dei super-poteri (capacità di aderire alle superfici, agilità e forza del ragno potenziati dalle radiazioni, il ‘senso del ragno’ che lo avvisa di un pericolo imminente). Ma anche dopo questo evento continua ad avere grossi problemi sia come uomo sia come supereroe. Non a caso è un tragico evento, l’uccisione dell’amato zio Ben, da lui inconsciamente provocata, a spingerlo ad usare i suoi poteri per aiutare i deboli. Cosicché quello che è il cammino del supereroe assomiglia più ad in un vero calvario in cerca di redenzione ricordando sempre la dura lezione racchiusa in quella che è la frase, pronunciata dal defunto zio, che definisce tutta la storia del giovane Parker:

«Da un grande potere derivano grandi responsabilità

DAL FUMETTO AL CELLULOIDE Il successo del fumetto porta inevitabilmente alla trasposizione per il piccolo schermo. Se le serie animate raggiungono un meritato successo nel passato (1967, 1981, 1994) e continuano tutt’oggi in nuove e più aggiornate versioni (2003, 2017), per un live-action bisogna aspettare gli anni 2000Per essere precisi si devono annotare almeno due telefilm da considerare, in sostanza, due esperimenti non riusciti: uno giapponese (1978) che col fumetto originale ha in comune solo il costume del protagonista; uno americano (1977-79) stroncato dalla critica e dai fan delusi dopo soli 15 episodi. Una trasposizione in celluloide degna del fumetto può ritenersi la Trilogia diretta da Sam Raimi (2002, 2004, 2007) per Columbia Pictures e Marvel Studios.

Il Capostipite della trilogia diretta da Sam Raimi.

La saga vede Tobey Maguire nel ruolo del supereroe e come antagonisti, rispettivamente, Willem Dafoe (Green Goblin), Alfred Molina (Dr Octopus), Topher Grace (Venom) e Thomas Haden Church (Sandman). Con un meritato successo di critica (ottimi effetti speciali ed interpretazioni più che convincenti) e di botteghino (circa 821 milioni di dollari in tutto il mondo) il primo dei tre film alla sua uscita divenne il 3o film più visto nel 2002 nonché il cinefumetto con il più alto incasso globale alla sua uscita. La trilogia, pur inserendo dettagli nuovi (le ragnatele sono un potere ereditato dal morso del ragno) ha il merito di riprodurre fedelmente ed in modo suggestivo il lato drammatico del protagonista che è sempre un giovane studente (di università in questa versione) con i suoi problemi personali e di cuore. Non mancano scene divertenti (la scoperta dei super-poteri) e romantiche (il bacio a testa in giù sotto la pioggia è ancora oggi ritenuto uno dei più belli del Cinema) che alleggeriscono il tono altrimenti troppo cupo.

Nel 2012 la Columbia Pictures, cavalcando il successo della trilogia, decide di produrre un reboot (The Amazing Spider-Man) che risulti slegato dalla prima.

Il reboot del 2013 diretto da Marc Webb.

Ad interpretare il protagonista è Andrew Garfield, che al tono drammatico dello studente brillante ma con problemi esistenziali aggiunge un che di comico che alleggerisce di più il tono cupo che però sempre è presente. Questa nuova versione presenta elementi che si riallacciano al fumetto originale (le ragnatele di produzione artificiale ed il primo vero amore di Peter Parker, Gwen Stacy) e vanta la riuscita produzione di un sequel nel 2014 (The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro) con un bravissimo Jamie Foxx nel ruolo dell’antagonista.

RINASCITA NEL MCU Nel 2016 i personaggi della Marvel stanno letteralmente spopolando sul grande schermo grazie al media franchise Marvel Cinematic Universe che porta avanti una serie di trasposizioni dai fumetti che combinano perfettamente effetti speciali spettacolari con interpretazioni memorabili che evidenziano bene il lato umano dei supereroi. Se gli Avengers sono il team-simbolo dell’universo Marvel era inevitabile, per non dire doveroso, inserire nel gruppo quello che rimane il più celebre figlio del compianto Stan Lee.

Scena tratta da Captain America – Civil War (2016)

L’occasione favorevole si presenta nel Capitolo che segna l’inizio della FASE 3 del MCU (Captain America – Civil War), in cui vediamo il team degli eroi Marvel spaccato in due fazioni che giungono ad un vero conflitto armato il cui esito segnerà profondamente il proseguire della saga “delle gemme dell’infinito”. Il nuovo arrampicamuri, interpretato da Tom Holland, fa una breve ma significativa apparizione come allievo reclutato dal carismatico Tony Stark (un Robert Downey Jr a dir poco magnifico) in cui mette subito in mostra le nuove caratteristiche del suo personaggio: un concentrato di intrattenimento puro con elementi drammatici in crescendo.

Il vero ritorno come membro attivo del MCU per Spidey avviene nel film diretto da Jon Watts nel 2017 (Spider-Man: Homecoming). Le caratteristiche appena accennate nel cameo del 2016 vengono qui esposte in un crescendo di azione che fa scorrere in perfetto parallelo la crescita del giovane studente e la formazione del futuro super-eroe. Come nuovo cattivo vediamo un subdolo e bravissimo Michael Keaton (Adrian Toomes / Avvoltoio) mentre il Tony Stark di Robert Downey Jr è perfetto come mentore.

IL CAST Rispetto ai suoi predecessori, Tom Holland si dimostra come nell’esordio molto bravo nel mostrare le insicurezze tipiche dell’adolescente alle prese con la crescita e credibile come supereroe in erba nel difficile compito di mostrarsi degno della fiducia dell’indimenticabile mentore. Chi conosce bene il personaggio interpretato da Jake Gyllenhaal, intrigante ed imprevedibile, resterà sicuramente sorpreso dal suo ruolo iniziale e ancora di più dal colpo di scena verso il finale. Non delude il redivivo Nick Fury di un Samuel L. Jackson irresistibile come guida. Una zia May in versione “MILF” può sembrare una licenza presa con troppa leggerezza rispetto al più fedele Sam Raimi, ma il premio Oscar Marisa Tomei (Mio cugino Vincenzo, 1992) è un rarissimo esempio di combinazione perfetta di bellezza, bravura e simpatia che dà nuova linfa ad un personaggio chiave nella vita di Spidey. I giovani interpreti dei compagni di scuola e del futuro amore del protagonista sono molto bravi e si spera in nuovi sviluppi.

UN PRELUDIO INTRIGANTE    Intrattenimento e crescita interiore sono combinati in una trama irresistibile che fa da giusto contraltare alla tragica ma perfetta conclusione già vista con Avengers: ENDGAME (dal 19 luglio è il maggior incasso di sempre, titolo soffiato dopo 10 anni ad Avatar di James Cameron; la recensione la trovate qui). Se con la FASE 3 può dirsi consegnata alla Leggenda la parte migliore della serie dedicata agli Avengers è adesso giunto il momento di battere nuove vie che lascino spazio alle giovani leve, alle new entry e ai personaggi introdotti ma finora non ancora sviluppati del tutto. Non si può sapere se i nuovi arrivi potranno essere degni del successo più che meritato dei primi capitoli, tuttavia già in questo sequel si possono intravedere buone premesse per sviluppi intriganti, combinando in modo paritario il puro divertimento dello spettacolo e le emozioni di nuovi drammi in arrivo.

AVVERTENZA: RIMANERE IN SALA PRIMA E DOPO I TITOLI DI CODA.

Vittorio Paolino Pasciari

Vittorio Paolino Pasciari

Classe '86, nolano DOC. Laureato in Lettere Classiche, appassionato di cinema, letteratura e teatro.

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