Terni, l’ordinanza anti-prostituzione fa discutere: stop ad abiti succinti

Redazione Zerottouno News Redazione Zerottouno News31 Ottobre 20213 min

Una ordinanza che sta facendo discutere tutta l’Italia. E’ quella che negli scorsi giorni è stata firmata dal sindaco di Terni, Leonardo Latini, per contrastare il fenomeno della prostituzione. Diversi, infatti, i punti che hanno fatto storcere il naso a diverse persone. Il primo cittadino ha ritenuto di dover correre ai ripari ravvisando che nel territorio comunale la prostituzione su strada, per la diffusione del fenomeno in alcune aree, “pregiudica
il decoro e la vivibilità urbana nonchè le condizioni di vita dei cittadini, costituendo fonte di degrado urbano ed insicurezza, come testimoniato dalla pluralità di segnalazioni, denunce ed esposti tesi a evidenziare la insostenibilità della convivenza col fenomeno”.

Tutto ciò è considerato una vera e propria occupazione di strada e marciapiedi che viene vissuta dalla cittadinanza “con forte disagio e allarme, vivissimo in particolar modo dai residenti prossimi ad alcune specifiche aree, che ne devono subire tutti gli aspetti negativi anche sotto il profilo della sicurezza”. Tutti comportamenti che sono messi in atto sia dalle prostitute che dai clienti e che “sono incontestabilmente offensivi di molteplici interessi della collettività e valori e diritti costituzionalmente tutelati, quali la morale pubblica ed il comune sentimento di pudore della cittadinanza”.

In ragione di ciò, in almeno 8 strade e zone affini, il sindaco ha ordinato che è fatto divieto di porre in essere comportamenti “diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo, ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”. Alcuni di questi atteggiamenti vengono considerati come “lo stazionamento e/o l’appostamento della persona e/o l’adescamento di clienti e l’intrattenersi con essi e/o con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”.

Ma non solo attenzione volta alle prostitute. Il sindaco, infatti, chiarisce anche gli obblighi per i cittadini “clienti” e i relativi divieti nel richiedere informazioni a soggetti che pongano in essere i comportamenti consistenti
nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo, che indossino un abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero mostrino nudità e/o di concordare con gli stessi l’acquisizione di prestazioni sessuali a pagamento, compiendo inoltre manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale al fine di richiedere informazioni. Le multe vanno da un minimo di 200 ad un massimo di 500 euro.

Resta quindi teoricamente sempre contestuale valutare quando un abbigliamento sia da considerarsi “da prostituta” e quindi sono state molte le polemiche. Tra i tanti, con maggior vigore si sono schierati contro l’ordinanza i consiglieri comunale del M5S:In virtù della stessa incapacità di affrontare questioni complesse con risposte di livello, a Terni le destre hanno ridotto la questione dello sfruttamento della prostituzione ad un fatto di decoro urbano. Al pari della spazzatura che questa amministrazione non raccoglie dai marciapiedi che non ripara. Una semplificazione che non colpisce solo le donne ma più in generale tutte le persone. Invitiamo per questo il sindaco a ritirare questo provvedimento che di fatto troverà applicazione solo nei titoli dei giornali. Inoltre invitiamo la maggioranza a vestire i panni del decoro istituzionale, soprattutto per rispetto di tutti quei cittadini che chiedono risposte concrete e sono stanchi di vedere Terni ridicolizzata a livello nazionale come succede in queste ore a causa di questa ordinanza“.

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