Ottobre ha portato in dote l’accordo di pace per Gaza. Dopo il rilascio da parte di Hamas dei 20 ostaggi israeliani vivi e la liberazione dei 1.968 detenuti palestinesi, è stato proprio il presidente statunitense Donald Trump a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano, di quella che ha definito “un’alba storica di un nuovo Medio Oriente”. Successivamente il tycoon e i governanti internazionali si sono spostati in Egitto per sottoscrivere l’accordo di pace, siglato anche dal presidente egiziano Al Sisi, dal presidente turco Erdogan e dall’emiro del Qatar, ovvero i Paesi mediatori dell’accordo.
“Siamo consapevoli – si legge nel testo diffuso dalla Casa Bianca – che una pace duratura sarà una pace in cui sia i palestinesi che gli israeliani potranno prosperare, con i loro diritti umani fondamentali tutelati, la loro sicurezza garantita e la loro dignità tutelata“. Riguardo al Medio Oriente, scrivono: “Le tragedie a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni devono servire da urgente promemoria del fatto che le generazioni future meritano di meglio dei fallimenti del passato“. La “Fase 2” ora prevede che si dovrà insediare la “forza di stabilizzazione internazionale” (Isf) con il sostegno anche di Qatar, Turchia, Egitto e forse Emirati Arabi.