L’ultimo ostacolo all’estate è una partita fondamentalmente inutile. Varrà per la classifica, le statistiche e poco altro. Sabato il Bologna, poi il mercato. Come se qualcuno avesse aspettato prima di poter cominciare. Si lavora da giorni per la costruzione del futuro. Lo fa il Napoli: idee chiare, obiettivi nitidi, una folta lista di nomi dai quali estrarre due, tre soluzioni. Massima sintonia tra le parti: Giuntoli, De Laurentiis e Ancelotti custodiscono l’idea semplice del domani che dovrà essere. Il Napoli sarà verticale, pressing e ripartenze, palla agli attaccanti oppure agli esterni, difesa alta e manovra diretta, senza indugi. Serviranno gli interpreti giusti. Molti sono già in rosa. Resteranno tutti, o quasi. Potrebbe partire un solo big (Insigne? Allan?) e poi andranno via tutti quelli che hanno deluso (Diawara? Rog? Ounas?) o, semplicemente, quelli che preferiranno ripartire altrove (Hysaj? Mario Rui? Verdi?). Poi sarà tempo d’acquisti: arriveranno due nuovi terzini (oggi la scelta ricade su Di Lorenzo, Castagne o Hernandez), un centrocampista (Veretout, Almendra, Lobotka) e un attaccante. Non per forza un centravanti forte fisicamente. Piace Ilicic, ad esempio. Ha 31 anni ma per un talento simile si può fare un’eccezione. Anzi. Il prossimo mercato non accoglierà solo giovani. Servirà anche l’esperienza dei veterani. L’obiettivo sarà crescere ma anche vincere. Ancelotti non intende più rimandare il ritorno al successo. Non è abituato a starsene fermo, osservando gli altri esultare. Lo racconta la sua storia. Lo sa anche il Napoli che non l’ha scelto casualmente.
Fabio Tarantino
Giornalista e speaker, voce di Radio Punto Zero