Una data da segnare sul calendario dell’agricoltura campana: nasce ufficialmente il Comitato Promotore per la registrazione IGP del Marrone di Santa Cristina, con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta per una delle castagne più pregiate dell’Avellinese.
Un progetto che unisce agricoltori, produttori e aziende del territorio in un fronte comune, con l’intento di fare sistema e rilanciare un prodotto identitario, legato a doppio filo alla storia e alle tradizioni del Vallo di Lauro-Baianese, in particolare dei comuni di Moschiano e Forino, dove affonda le sue radici la coltivazione del marrone che prende il nome dalla località di Santa Cristina.
Il Marrone di Santa Cristina si distingue per la sua pezzatura medio-grossa, la buccia di un intenso marrone scuro e la polpa compatta, di un giallo tenue all’esterno e bianco avorio al cuore. Un frutto dalla consistenza croccante e dal sapore raffinato, che conquista i mercati locali grazie a qualità organolettiche straordinarie, preservate da metodi di coltivazione tradizionali e rispettosi del territorio.
Il riconoscimento dell’IGP rappresenterebbe non solo una garanzia di qualità per i consumatori, ma anche una tutela concreta per i produttori locali, rafforzando l’identità del prodotto e aprendo nuovi scenari commerciali. Il Comitato è composto da Santaniello Arturo (presidente), Giammichele Palmese (vicepresidente), Caliendo Luciano, Cava Clemente, Cosenza Antonio, Mazzocca Alessandro, Moschiano Giovanni, Rubinaccio Pietro e Vivenzio Rino. «È un passo fondamentale – si legge nella nota del neonato Comitato – per dare valore al lavoro degli agricoltori, proteggere la tipicità della nostra castagna e proiettarla nel panorama nazionale ed europeo delle eccellenze certificate».
Oggi come ieri, le castagne vengono vendute principalmente allo stato fresco, dopo un’attenta calibratura e immersione in vasche d’acqua calda: una pratica antica che ne garantisce la conservazione e ne esalta il sapore naturale. Una sfida ambiziosa, che guarda al futuro ma affonda le radici in un passato contadino fatto di cura, pazienza e passione per la terra. Il Marrone di Santa Cristina, simbolo di un’agricoltura che resiste e si reinventa, si prepara così a conquistare il suo meritato posto tra i tesori del gusto italiano.