“I Trentenni”: omaggio ad una generazione che non si arrende e va avanti

Vittorio Paolino Pasciari Vittorio Paolino Pasciari3 Febbraio 20238 min

In un presente dove dominano le incertezze e la disperazione per un mondo stanco di subìre i nostri abusi, per un redivivo terrore di III Guerra Mondiale a rivelare la nostra patetica dipendenza dal demone-danaro, e in generale per il degrado totale di una società avvelenata dalla paura e dall’ignoranza che sfociano in odio e follia, dopo quattro anni di pandemia sembra sempre più difficile non volgere un malinconico sguardo alla spensieratezza e all’entusiasmo di una giovinezza perduta che vive ancora in ricordi da preservare. Uno straordinario omaggio agli anni Novanta, ai giorni spensierati dell’adolescenza e agli amici veri, quelli che incontri tra i banchi si scuola e che rimangono al tuo fianco per sempre, qualunque cosa accada, sono i due libri che vi proponiamo come emozionante terapia per adulti e soprattutto per i giovani che ancora non si lasciano sopraffare dalle difficoltà della vita vera che, mai come adesso, è sempre in salita.

CENNI BIOGRAFICI Quello de I Trentenni è un progetto web (www.itrentenni.com e @itrentenni profilo Facebook e Istagram) creato nel 2013 da SILVIA ROSSI (1982, autrice tv e web, speaker  e giornalista), STEFANIA RUBINO (1983, sales manager per una società di digital marketing) e ILARIA SIRENA (1982, architetto) che ha lo scopo di raccontare sogni, propositi, speranze, obiettivi e preoccupazioni della vita con il tre davanti. Le tre autrici e amiche hanno esordito nella narrativa nel 2018 con Hai detto trenta? pubblicato da Rizzoli che è risultato un successo di pubblico e di critica. Del 2020 è il secondo romanzo, pubblicato da Sperling & Kaupfer, Ci vediamo all’uscita che replica il successo del predecessore aggiungendo alla trama un intrigante tocco di giallo.

“Forse stiamo facendo tanto rumore per nulla,
in fondo si tratta solo di un viaggio in macchina.
Dove pensiamo di essere?
in una nuova produzione originale Netflix?”

TRAMA (Hai detto Trenta?) Milano, 2018. Lea, Andrea e Viola a scuola erano inseparabili. Poi è arrivata la vita adulta, che oggi per un trentenne può essere molto complicata, tra il lavoro che non c’è e i progetti che slittano sempre in attesa di un momento migliore – mentre tutti ti ricordano che il momento migliore, in realtà è passato da un pezzo – . Ora quel legame che tra i banchi sembrava indissolubile ha fatto posto ad altre cose: Viola sogna un figlio dal suo compagno; Lea ha un marito e un lavoro part-time; Andrea sta per andare a convivere… Ma proprio quest’ultima, mentre impacchetta le sue cose, ritrova una tesoro: la vecchia Smemo, piena di dediche fluo, pagine bruciacchiate con l’accendino, glitter, adesivi e una lista: quella delle cose da fare prima dei trent’anni. È così che il trio si riunisce e parte per una vacanza folle e nostalgica, a cui si aggiunge anche Martino, in fuga da una relazione che non sa se desidera più. Quattro amici, un’auto, una Kodak usa e getta e una sola regola: vietato usare i social. Un tuffo negli anni Novanta tra le note di Cremonini e le vecchie foto sbiadite, il ricordo degli amori passati e un presente da prendere al volo. Perché la vita che sognavano, in fondo, è ancora tutta da incominciare.

“Quell’anno però era diverso.

Era l’anno delle responsabilità,

delle scelte per il futuro,

delle risposte all’unica domanda che contava:

 …E tu? Che cosa vuoi fare da grande?

(Ci Vediamo all’Uscita)

Milano, 2020. Troppo spesso la vita non va come l’avevi immaginata… nessuno lo sa meglio di Benedetta che, poco più che trentenne, si ritrova con il cuore a pezzi al funerale del fratello gemello Marco. Questi avrebbe voluto una cerimonia diversa, più allegra, magari con un coro gospel alla Sister Act. Marco aveva sempre la risposta pronta, era un esempio per tutti, sembrava solido come una roccia. Accanto a Benedetta ci sono gli amici di una vita: Alice, Stefano e Maurino. Tutti e cinque sono sempre stati inseparabili e non c’è niente che non sappiano l’uno dell’altro. O almeno così credono. Perché Marco nascondeva un segreto, un segreto che ora non può essere taciuto e che rischia di travolgere tutti. Toccherà proprio a chi gli era più vicino tuffarsi in un viaggio nel passato, tornare indietro nel tempo e iniziare a ricordare. Le gite di classe e le canzoni degli 883, i primi amori e le cocenti delusioni, i cellulari grandi come cabine telefoniche e la voglia di spaccare il mondo: solo riavvolgendo il filo della memoria, Benedetta, Alice, Stefano e Maurino potranno scoprire, tra lacrime e sorrisi, la verità sul loro migliore amico.

ANALISI Gli elementi di una giovinezza perduta sono oggetto di una lettura scorrevole che procede scandita in un abile utilizzo del flashback: passato e presente procedono in parallelo nella prima storia e in una struttura ad anello nella seconda. Citazioni e riferimenti alla cultura fra i banchi di scuola (musica, cinema, letteratura) fanno palpitare il cuore dei lettori amanti del romanzo generazionale che sconfina nel giallo ma soprattutto di quelli che, nel pieno dei trenta e quaranta, con orgoglio conservano scolpito per sempre nell’animo il ricordo di un periodo irripetibile per chi lo ha vissuto da adolescente.

(Hai detto Trenta?) L’entusiasmo e la spensieratezza, l’ironia e l’autoironia, l’imperitura voglia di sognare e cambiare il mondo, la determinazione a superare gli ostacoli, le esilaranti follie terapeutiche di un’amicizia consolidata che per un istante vuole spegnere un’esistenza apatica conducono il lettore verso rivelazioni sconvolgenti che fanno presagire un finale amaro. L’ultimo imprevisto colpo di scena prima di un triste ritorno alla realtà è il preludio ai bilanci esistenziali rimasti in sospeso che lasciano intuire una rediviva speranza nel futuro da vivere.

(Ci vediamo all’uscita) Quando la spensieratezza ritrovata si tinge di giallo il lettore viene condotto nel più tortuoso dei viaggi nel tempo alla ricerca di sé stessi per svelare segreti sconvolgenti. Il triste finale, come sempre amaro è il ritorno alla realtà del tempo che avanza, è un monito alla patetica miopia della nostra (in)civiltà ancora pigra nel capire che per essere davvero liberi e felici bisogna abbandonare per sempre la pretesa di giudicare e condannare e sforzarsi al massimo per capire e amare.

“A trent’anni capisci che hai voglia di fare

solo le cose che hai davvero voglia di fare”.

 NOSTALGIA PER ANDARE AVANTI La capacità di riscoprire la felicità racchiusa in brevi istanti di leggerezza, da soli o col supporto dei pochi amici veri fisicamente lontani ma mai davvero distanti, quelli che si contano sulle falangi di una mano che perde dita… questa è una meravigliosa eredità lasciata da un’infanzia e un’adolescenza irripetibili ma eternamente scolpite nel cuore che invecchia in attesa di ritrovare sollievo per andare avanti grazie alla forza dei ricordi.

Nel nostro tragico presente in degrado totale riscoprire la voglia di vivere rispolverando ciò che si credeva perduto può essere un’ulteriore speranza per chi ancora non si lascia corrompere dalla disperazione e consumare dalla depressione imposte da una realtà mai come ora crudele ma non impossibile da superare (SE DAVVERO LO VUOI!).

E chi ancora oggi, nella sua smisurata presunzione di sapere cosa è meglio per tutti, con la famigerata sentenza (“Smettila di pensare a queste stupidaggini e fai la persona adulta!”) rimprovera a noi, trentenni/quarantenni nati e cresciuti nell’ultimo ventennio dell’ormai passato e mai dimenticato XX secolo, la nostra imperitura voglia di continuare a ridere e a sognare per sopravvivere alla depressione con la volontà di andare avanti, pensi a chi davvero sta soffrendo per colpa della nostra indegna (in)civiltà e impari a comprendere prima di giudicare e sbraitare. Entrambi i testi sono reperibili sul web e in libreria.

PER CHI RICORDA, RIDE, SOGNA E VA AVANTI.

RIVELAZIONE DA SCOPRIRE.

#InfanziaeAdolescenza80904everB)<3:’)

Vittorio Paolino Pasciari

Vittorio Paolino Pasciari

Classe '86, nolano DOC. Laureato in Lettere Classiche, appassionato di cinema, letteratura e teatro.

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