Scioccanti minacce ai danni di una specializzanda a Napoli. A raccontarle è stata la stessa vittima, Paola Tirelli, in organico alla Vanvitelli. La lettera era indirizzata a Grazia Levante: “Per chi non lo sapesse, è un personaggio di Gomorra, ed è anche il nome fantasioso che ha usato il mittente di due lettere minatorie, delle quali sono io il destinatario – ha esordito la giovane dottoressa – Il contenuto delle lettere è un foglio, con una foto di me e mio nipote di 3 anni, foto visibile solo per chi mi segue sui miei social, con su scritto di dimettermi, minacciando di morte mio nipote, chiamandolo per nome. Non ricopro nessun ruolo importante. Se rinuncio alla mia borsa, viene persa, non viene avvantaggiato nessuno – sottolinea – Dunque il motivo della minaccia non sono le dimissioni. Ovviamente, qui si va sul penale, e mi sono già attivata presso tutte le sedi competenti. Quindi, cara Grazia Levante, non sei infallibile: secondo la Scientifica qualche errore lo hai commesso. Qui ci ergiamo ad esperti di politica internazionale, parliamo di guerra, quando la guerra ce la facciamo ogni giorno, nelle piccole cose. Mio nipote mi ha chiesto perché fossi triste, ma come faccio a rispondergli e a parlargli di un mondo così marcio? Così marcio che cerca di colpirmi nel modo più infimo e subumano possibile: non minacciando la mia integrità fisica, bensì quella di mio nipote di 3 anni, l’anima più innocente che questo gesto abominevole potesse colpire. Allora – ha concluso – spero che aiuterete a fare arrivare questo messaggio a Grazia Levante, augurandomi che si renda conto dello schifo che ha commesso e dell’indignazione che ne deriva: se hai un’anima, ciò che hai fatto ti logorerà dall’interno“.
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