“Una famiglia allargata, cane compreso”: risate e riflessioni napoletane nell’irresistibile esordio di Marianna Scagliola

Vittorio Paolino Pasciari Vittorio Paolino Pasciari27 Febbraio 20244 min

Affrontare i problemi quotidiani con umorismo è dote rara di quei pochi che ancora non si lasciano corrompere dalla depressione che domina in una realtà in degrado totale. E se questa lezione viene da quell’ineguagliabile realtà che è Napoli allora si può davvero riscoprire nuove lezioni di vita per chi ancora conserva cuore aperto e mente critica.

 

CENNI BIOGRAFICI La scrittrice napoletana Marianna Scagliola vive e lavora nella provincia di Napoli: da suo nonno eredita la passione per il dialetto napoletano e incomincia a scrivere poesie in vernacolo grazie a sua madre, alla cucina partenopea e alla battuta facile. Nel 2000 si cimenta nella scrittura di racconti che vengono inseriti e pubblicati in raccolte AA. VV. da case editrici locali: da segnalare sono 19 (diciannove) ne Le affinità elettive e Precario ne Lavoro in corso entrambi per Albus Edizioni (2008). Nel 2007 l’autrice partecipa al laboratorio di scrittura comica e umoristica “Achille Campanile”, fondato da Pino Imperatore, e da questo momento non smette di divertirsi scrivendo. Il romanzo umoristico Una famiglia allargata, cane compreso, pubblicato da Graus nel 2022 è il primo romanzo della Scagliola.  

 

TRAMA Napoli, 2019. In un quartiere della metropoli partenopea un piccolo appartamento è teatro dei numerosi contrasti e delle piccole gioie quotidiane che costellano la vita della famiglia Schiattarella. Il capofamiglia Gennaro, patito di pallone dal cuore azzurro, è un eterno disoccupato e allergico a ogni tipo di sforzo che trascorre le sue giornate spaparanzato sul divano a godersi le sue due passioni: il Napoli e il cibo. Concetta, sua moglie, è una casalinga maniaca dell’ordine e della pulizia, donna sempre troppo attenta ai bisogni del marito, dei figli Pasquale, Carmine e Filomena, e di sua madre Teresa. Un giorno, desiderosa di vendicarsi dell’egoismo dimostrato dalla sua famiglia, Concetta simula la fuga di Pulcinella, l’adorato cane meticcio di casa. Sullo sfondo di una Napoli viva e pulsante si susseguono le esilaranti avventure degli Schiattarella che, soltanto uniti dalla comune volontà di ritrovare a tutti i costi l’amico a quattro zampe, scopriranno cosa significhi essere una vera famiglia.

 

ANALISI La scrittura scorrevole dell’autrice predilige uno stile descrittivo: i fatti sono narrati in terza persona con pochi ma essenziali dialoghi. Fin da subito appare chiaro al lettore il tono umoristico di base: l’esasperazione dei caratteri si accompagna ad una serie di citazioni e riferimenti che non possono non stuzzicare il palato degli appassionati di letteratura, teatro e cinema. La grottesca presentazione dei difetti di ogni membro della famiglia sembra perfino giustificare chi dovrebbe essere oggetto di biasimo perché rifiuta la vita vera e preferisce crogiolarsi nel suo niente. Le risate durano fino al decimo capitolo e poi il tono comincia a cambiare per evidenziare un punto di rottura inevitabile. L’espediente per rinfacciare difetti e colpe conduce ad un riscatto inaspettato sancito da un tragico ricordo per non dimenticare quanto la realtà può essere spietata e anticipa la conclusione che restituisce speranza soprattutto ai giovani.

“A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora

l’ultima speranza che resta alla razza umana”.

(Luciano De Crescenzo)

 

RIDERE PER RIFLETTERE La letteratura di genere umoristico si prefigge di presentare situazioni dove esasperazione ed esagerazione ai limiti dell’assurdo tendono a suscitare il divertimento ma soprattutto spunti di riflessione su una realtà che di comico ha ben poco. In una realtà sociale che di civile mostra di avere solo le parole scritte da chi l’ha preceduta è sempre più facile cadere preda della depressione e della rabbia di cui si nutre l’ignoranza che teme chi impara ad andare oltre la superficie. Chi è nato e cresciuto in territorio partenopeo sa bene che la cultura di questa realtà fa ampio sfoggio di umorismo perché forgiata da una storia che tutt’ora vede il tragico dominare su tutto il resto.

Saper ridere di fronte alle difficoltà della vita – che non vuol dire ignorarle! – è una lezione di vita per chi ancora ha speranza nella cultura e non si lascia corrompere dalla paura. Il fatto che esistano autori e autrici – nessuno più di una donna sa raccontare le colpe di una società tutt’ora affetta da patetico maschilismo! – capaci di offrire prodotti irresistibili per non smettere di riflettere sul presente è un valido motivo per andare avanti perché, citando un mito, una risata può essere davvero l’ultima risorsa a disposizione nella vita.

Il testo è reperibile sul web e in libreria.

NAPOLI DA SCOPRIRE.

Vittorio Paolino Pasciari

Vittorio Paolino Pasciari

Classe '86, nolano DOC. Laureato in Lettere Classiche, appassionato di cinema, letteratura e teatro.

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