Nola: prima pietra per la nuova Piazza d’Armi, al via il progetto di 10 milioni di euro

di Crescenzo Muto

Da “non luogo” a vero e proprio presidio delle radici della città che affondano salde nelle testimonianze archeologiche e negli eventi che si sono succeduti nei secoli. Da “rispostiglio” dove accantonare tutto ciò che negli anni non si è saputo dove mettere a contesto che strizza l’occhio al benessere della persona, alla sostenibilità ambientale, all’aggregazione sociale, alla valorizzazione culturale. La nuova piazza d’Armi a Nola nasce con una missione precisa: raccontare la piazza d’Armi del passato, quella dell’Eccidio di Nola, delle mura romane e dei reperti della preistoria alle nuove generazioni che lì troveranno, tra attività fisica en plein air e  iniziative culturali all’aperto, i segni tangibili del passato di prestigio di Nola e del suo ruolo di crocevia della regione.

E’ su questa esigenza che si fonda il programma di valorizzazione dell’area di 73 mila metri quadrati dentro la quale oggi è stato aperto il cantiere che cancellerà i 70 anni di degrado che hanno caratterizzato fino ad oggi la porta d’ingresso della città.

Un importante risultatoha, infatti, sottolineato il primo cittadino Carlo Buonauro durante la cerimonia della posa della prima pietraraggiunto grazie ad un lavoro incessante avviato fin dal primo giorno della nostra esperienza amministrativa. La nostra determinazione ha cancellato i ritardi accumulati sulla strada della valorizzazione. Con lo stesso impegno faremo in modo che il programma dei lavori sarà  rispettato. Siamo pronti a riannodare i fili della storia e soprattutto a restituire ai cittadini un luogo funzionale ed evocativo del prestigio della nostra città”.

Gli obiettivi prefissi saranno visibili attraverso una serie di interventi architettonici che trasformeranno l’area in luogo della memoria. E’ il caso degli inserti che, all’interno della pavimentazione alternata alle aree verdi, disegneranno tre assi, ognuno simbolicamente legato a fatti e luoghi di ieri e di oggi. E’ il caso dell’asse quasi parallelo alla caserma Cesare Battisti che rievoca l’arrivo delle truppe tedesche da Salerno, di quello che segna la connessione con il centro storico della città e delle altre direttrici che indicano i percorsi della Reggia Borbonica. Coordinate geografiche ed installazioni artistiche rafforzeranno la natura di un progetto che prende le basi da una ricerca storica ed in particolare dall’Eccidio di Nola dell’11 settembre del 1943. Ad essere valorizzata anche l’area dove, in seguito ad una campagna di scavi, furono rinvenute le mura romane della città storica.

La valorizzazione di piazza d’Armi è stata resa possibile da una intensa attività propedeutica e relativa all’acquisizione da parte del Comune di Nola dell’area di proprietà demaniale. Sono seguiti poi interventi per liberare il luogo dalla presenza di strutture abusive.

I finanziamenti già stanziati per realizzare l’opera sono stati ottenuti attraverso fondi PNRR pari a 5.500.000 euro. Previsti ulteriori finanziamenti e risorse comunali per un importo di € 9.500.000.

Alla valorizzazione culturale, elemento portante della riqualificazione di piazza d’Armi, si aggiunge poi l’obiettivo della creazione di un polmone verde in sostituzione della sterminata colata di cemento che caratterizza oggi la zona e  di percorsi valorizzati da illuminazione architetturale che regalerà suggestioni visive e sicurezza. Un contesto, insomma, che diventerà un  luogo di ritrovo ed aggregazione, destinato ad ospitare eventi ed attività temporanee all’aperto.

La nuova piazza d’Armi diventerà tutt’uno con il centro cittadino grazie all’eliminazione dei dislivelli che oggi caratterizzano gli accessi ad un’area che grazie al programma di riqualificazione rappresenterà plasticamente la mission di trasformazione di Nola in una città senza barriere architettoniche, sostenibile, inclusiva e capace di moltiplicare le potenzialità turistiche e culturali del ricco patrimonio materiale ed immateriale, a cominciare dalla Festa dei Gigli, patrimonio dell’umanità Unesco.

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