Criminalità organizzata e reati giovanili: approvato il “Decreto Caivano”

Carolina Cassese Carolina Cassese15 Settembre 20235 min

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto Decreto Caivano. Il Decreto-Legge, recante “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”, vuole essere un segno di intervento duro e decisivo del Governo in tema di criminalità organizzata ed elusione scolastica sul territorio. Tra le nuove disposizioni inserite nel decreto dedicato alle baby-gang vi è anche l’intervento del Questore che potrà disporre la convocazione del minorenne per l’avviso orale, l’ammonimento dei genitori per l’assenza di controllo sui figli. Le principali misure del Decreto Caivano riguardano la repressione dei fenomeni di delinquenza minorile, sia in termini di percorsi rieducativi che in percorsi punitivi.

Tra i responsabili dei reati commessi dai minorenni, le misure urgenti da poco varate rintracciano anche i genitori e coloro i quali esercitano la potestà genitoriali: le famiglie, in pratica, dovranno rispondere della devianza criminale dei figli. Il Decreto Caivano introduce poi un inasprimento delle sanzioni in tema di spaccio lieve, così come dell’arresto in flagranza di reato per il minore colto sul fatto.

Ulteriore novità è la nomina di un neo-commissario straordinario, Fabio Ciciliano, che assicurerà la corretta gestione dei 30 milioni di euro stanziati dal Governo e destinati alla riqualificazione urbana e sociale nel territorio del Comune di Caivano. Il fenomeno della baby-criminalità è diventato una piaga sociale e la linea dura intrapresa dal Governo con le misure del Decreto Caivano sono una risposta ai fatti drammatici degli ultimi giorni proprio nel Parco Verde (e non solo).

Don Antonio Coluccia, prete da tempo impegnato contro la criminalità, con riferimento al decreto Caivano, si è chiesto se davvero vi saranno risultati positivi nel tempo e che la prima cosa sulla quale occorre riflettere è che si tratta di ragazzi che non hanno nulla da perdere e per i quali ormai la visione di un futuro è offuscata. Inoltre, il sacerdote si chiede se sarebbe l’ora che lo Stato italiano provasse a mettere in discussione il proprio sistema scolastico e se si affiancasse al nostro sistema nozionistico un sistema più moderno – dove la scuola è aperta più ore, ma viene dato spazio a sport, attività ricreative e soprattutto alla pratica e alla cultura della socialità – magari anche per questi ragazzi la scuola verrebbe vista non più come un’antagonista ma come un rifugio sicuro e in cui avere dei sogni è possibile.

I punti chiave del Decreto Caivano comprendono: il daspo urbano per i minorenni; la competenza del Questore a proposito di misure accessorie; foglio di via obbligatorio; carcere preventivo; messa alla prova; sanzioni per i genitori; tutela per le vittime dei reati telematici e altro ancora. Vediamoli nel dettaglio

Daspo urbano ai maggiori di 14 anni

Il Daspo urbano, ovvero la disposizione con cui viene vietato l’accesso ad aree particolari della città, si applicherà anche ai maggiori di 14 anni. Il divieto verrà notificato ai genitori e a chi esercita la potestà genitoriale e trasmesso al Procuratore presso il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie presso il luogo di residenza. Il daspo verrà esteso anche a chi detiene le droghe ai fini di spaccio, predisponendo il divieto di avvicinamento ai locali pubblici e ai pubblici esercizi.

Foglio di via obbligatorio

La durata massima per il divieto di rientro nei comuni da cui si sia stati allontanati è prolungata di un anno. Inoltre, gli episodi di violazione del provvedimento di allontanamento contengono sanzioni più aspre.

Carcere preventivo

L’applicazione della custodia cautelare nei confronti dei minorenni, sia indagati che imputati, viene diminuito Da 9 a 6 anni, mentre la soglia invece prevista a partire dalla maggiore età è di 5 anni.

Messa alla prova

Il Pubblico Ministero, nel corso delle indagini riguardanti i reati che applichino la pena della reclusione non superiore a 5 anni, potrà scegliere di subordinare la definizione del procedimento penale in via anticipata alla richiesta che il minorenne adempia ad un percorso rieducativo e risocializzante – ovvero, la messa alla prova – da 1 a 6 mesi.

Armi e droga

Il tema del contrasto dei reati in materia di armi e della detenzione di stupefacenti viene inasprito maggiormente. La pena è aumentata a 4 anni per il porto abusivo di armi o di strumenti atti ad offendere viene aumentata. Invece, per il traffico e la detenzione di sostanze stupefacenti, la soglia edittale andrà dal minimo di 1 anno al massimo di 5 anni.

Le sanzioni sui genitori

Il Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, su richiesta del Pubblico Ministero, potrà revocare la patria potestà dei genitori nel caso di associazione mafioso o associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti commesso dal minorenne. Le famiglie saranno direttamente responsabili dell’abbandono scolastico dei figli, rischiando fino a 2 anni di reclusione, ma anche la revoca dell’assegno di inclusione di cui la famiglia è destinataria.

Vittime dei reati telematici

La persona offesa dai reati telematici (revenge porn) potrà richiedere al provider del sito internet o al social di oscurare le proprie immagini finite illecitamente in rete. La richiesta potrà determinare l’oscuramento, la rimozione e il blocco dei dati personali della vittima, agendo tempestivamente sulla diffusione internet.

Avviso orale e stop ai cellulari

Il Questore potrà disporre la convocazione per l’avviso orale non solo con riguardo ai maggiorenni, ma da adesso anche con riferimento ai minorenni e alla condotta illecita commessa. L’avviso orale è reso applicabile anche nei confronti dei minori di 14 anni. Inoltre, il Questore potrà sollecitare all’Autorità giudiziaria il divieto di utilizzo o di possesso di dispositivi e telefoni cellulari da parte dei minorenni a partire dai 14 anni, impedendo la condivisione delle condotte per cui siano stati convocati oralmente.

Carolina Cassese

Carolina Cassese

Laureata in giurisprudenza presso l ‘Università degli studi di Napoli Parthenope, dopo aver svolto pratica forense nella materia di diritto civile, decide di intraprendere la carriera dell’insegnamento di diritto ed economia politica presso l’istituto paritario Kolbe di Nola. Ha conseguito diversi master e specializzazioni per l‘ insegnamento ed attualmente collabora con l‘associazione Saviogroup, di cui è vicepresidente, realizzando articoli e servizi fotografici attinenti la festa dei gigli di Nola e non solo. Membro membro del Cda della Pro loco di Nola città d ‘arte con delega alla festa dei gigli. Fa parte del direttivo dell’associazione delle reti delle macchine a spalla. Membro del coro diocesano del Duomo di Nola. Ama il nuoto la pallavolo, la ginnastica artistica e la danza classica, che ha praticato in tenerà età. Da piccola ha studiato pianoforte ed è appassionata di musica classica, napoletana e dei gigli degli anni ‘70 e ‘80. In passato ha inciso alcune canzoni dei gigli, sposando il suo amore per il canto con la festa dei gigli di Nola. Ama trascorrere i weekend al cinema o prendendo parte ad escursioni nei posti più belli della Campania.

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