La vittoria di Jannik Sinner ha segnato un nuovo spartiacque nello sport italiano, soprattutto dal punto di vista giovanile. Le vittorie di Sinner, a soli 22 anni, hanno aperto nuovamente lo squarcio sul panorama sportivo giovanile italiano. Quanti sono i giovani che si approcciano allo sport? L’Italia spinge sui movimenti giovanili sportivi? Quanto frutta il movimento sportivo giovanile italiano?
I primi ad occuparsi di questa analisi sono stati i tecnici dell’ISTAT che hanno analizzato i dati degli ultimi anni. Secondo l’analisi, sempre più persone di 3 anni e più praticano attività fisico-sportiva nel tempo libero, con un incremento di circa 34 milioni nel 2000 ai 38 milioni 653mila nel 2021 (66,2%). Nel 2021 lo sport continuativo subisce però una contrazione (dal 27,1% al 23,6%), aumentando invece leggermente lo sport saltuario (pari al 10,9%) e in misura più decisa la pratica di attività fisica (dal 28,1% al 31,7%). Tale andamento può essere ricollegato anche al cambiamento negli stili di vita indotto dalle misure di contrasto alla pandemia, che hanno per lungo tempo ridotto la possibilità di svolgere attività sportiva negli ambienti chiusi di palestre, piscine e impianti sportivi e la pratica all’aperto in tutti gli spazi esterni alle abitazioni. La possibilità di poter svolgere nuovamente attività all’aperto ha avuto effetti positivi sull’aumento di attività fisiche non strutturate (fare lunghe passeggiate, andare in bicicletta, nuotare, ecc.). I livelli di pratica sportiva sono più elevati per il genere maschile. Nel 2021, il 27,9% degli uomini pratica sport con continuità e l’11,9% lo fa saltuariamente mentre fra le donne la percentuale è, rispettivamente, del 19,6% e del 10,0%.
Lo sport, inoltre, è un’attività del tempo libero fortemente legata all’età. Durante l’intero ciclo di vita tende a praticare sport specialmente la popolazione più giovane di 6-24 anni; tale abitudine decresce nelle età centrali ma aumenta la frequenza di qualche attività fisica. Anche la sedentarietà aumenta al crescere dell’età: riguarda generalmente due persone su 10 tra gli adolescenti e i giovani fino a 24 anni e quasi sette su 10 tra la popolazione di 75 anni e più.
Sul territorio, l’attitudine alla pratica sportiva è maggiore al Nord-est dove vi si dedica il 41,6% della popolazione di tre anni e più; seguono il Nord-ovest (39,9%) e il Centro (36,7%). Le quote sono decisamente più basse nelle regioni meridionali (24,8%) e insulari (25,4%) con l’eccezione della Sardegna (31,9%). Le regioni con i valori più bassi sono Campania (20,8%), Calabria (22,5%), Sicilia (23,2%), Molise (23,6) e Basilicata (24,7%).
Ma quali sono gli sport più praticati? Secondo i dati diffusi da Terzo Millennio, lo sport più praticato dai giovani italiani è ovviamente il calcio (così come il calcetto) che vede per lo più ragazzi fino ai 19 anni con un tasso superiore al 50% in termini di sport praticato, mentre è poco meno del 3% per le ragazze. A seguire gli sport acquatici (soprattutto il nuoto che rimane la seconda disciplina più praticata), pallacanestro, ginnastica, tennis e arti marziali per i ragazzi (tutte discipline attorno al 10%), mentre per le ragazze danza (28%), ginnastica (25,1%), nuoto e atletica leggera, footing e jogging (10,7%).
Quali sono invece i movimenti economici provocati dal movimento giovanile italiano? Secondo l’ultimo report realizzato da Banca Ifis e diffuso da Rivista Undici, lo sport giovanile produce un valore quantificabile nell’1% del Pil nazionale e in quasi 30 miliardi di euro di ricavi annui. Una cifra che vale il 31% dell’intero sport system italiano. Questo, in parte, è dovuto anche all’appeal che provocano i giovani atleti italiani che, vincendo, spingono i loro giovani tifosi ad acquistare prodotti da loro utilizzati e ad investire anche economicamente nelle discipline in cui hanno raggiunto i loro successi.
