Il vento e il mare

Affacciandosi alla vita, sempre, ti fai accompagnare da un certo vigore con annessa curiosità. Imberbe ancora, mi parlarono di Otranto. Ma perché c’era e funzionava il club Med! Allora lasciapassare per libertà e fantasie. Innominabili. Ci andai una volta, sono ritornato per altre tre. Per me era quello il Salento. Da allora è trascorsa un’era geologica. Poi la vita compie giri, mangia il tempo e ti presenta modifiche. Ma si ripropone, pure. Pertanto, con un certificato familiare diverso, oggi se ne contano sei di mie unità, i corsi e ricorsi storici compaiono su Google Maps.

Direzione Porto Cesareo. È lì vicino! Le strade sono uguali. Non ho calcolato, però, le distonie cronologiche. Quelle mie, chiaramente. Meno conciliante, più smaliziato. Di certo tollerante,ma nei limiti definiti. Mi chiamano boomer. Sono solo più scafato. Il primo giorno il cielo è nero. Tira vento. Parlano di burrasca. Non usciamo la sera. Penso al domani. Sogno le spiagge raffinate. Il mare al collirio. Il cuore giallo appeso al tavolo azzurro cielo. Macché! Nuvolissime, il sole fa ciao ciao ed il vento, maledetto, si insinua. E penso, così, a mò di rifugio, al mare. Si, vabbè! Te lo raccomando. Ho visto galleggiare di ogni. Con dolcezza mi raccontano della pazienza. La burrasca quando passa poi si accomoda per almeno, un giorno.

Ok. Prenoto per un’isola poco distante. Sul serio. Quella dei Conigli. Sbarchiamo e già il broncio. Fa freddo, il mare è sporco. Ma si può, anche su di un’isola? Percorro l’intero perimetro dell’atollo. Dove,pare,sia più accettabile mi immergo. L’acqua era appena al ginocchio. Mi accerto che non sia bidet ed esco. Vento ghiacciato a flagellarmi, mi consegno a due teli. Come un sudario. Glaciale e polare. Mai più. Giuro di attendere ancora. I tempi migliori. Ma vado, perché voglio, andare incontro al destino. E giro, in lungo e largo, spiagge e località. Mi gioco tutti i giorni. Sette albe ,sette tramonti. Niente. Vento e mare sporco. Affronto viaggi di un’ora d’auto.

Mi svelano delle Maldive nostrane. Oramai è una sfida. Ci vado. Sono stato, sul lido, tutto il giorno con la mia Lacoste azzurrina. Ho agognato, come non mai, il rientro. Chi intorno a me, mitigava. Spiegandomi della sfortuna. Ma nel cuore dell’estate, una settimana senza aver fatto, non potendo, uno, e dico un bagno, e possibilmente normale? Non sono un mozzo marinaio, ma ne ho visti e praticati,tanti, di mari e di lidi. Dopo un giorno di maltempo, massimo, Nettuno restituisce, sempre, tutto il suo splendore. Se dura una settimana, il problema è altro. E c’è! Indiscutibilmente. Chessò, depuratori no??? E se è zona di una certa ventosità, ditelo!!!

Insomma hanno ragione i francesi. Dicono che i migliori viaggi sono quelli già fatti. Ma perché aveva torto quel tale che raccontava dell’inutilita di circumnavigare, quando quello di più bello è, forse, sotto casa tua? Però io amo la vita e continuerò a stanarla. D’obbligo la continuità. Buon mare a tutti, se si può!