Viaggio di andata Sud-Nord: le storie dei “cervelli in fuga” in Italia

di Paola Velotti

Andare via dalla propria città non è facile ma a volte la vita ci obbliga a prendere scelte difficili. Una “storia che si ripete” di un ragazzo del Sud, estremamente legato al suo territorio ma dal quale ha dovuto separarsi per lavoro e della sua compagna di vita che ha scelto di condividere con lui questo viaggio da Sud a Nord. Anche noi della Redazione, nel nostro piccolo, siamo un esempio di questa migrazione, con diversi collaboratori che vivono o hanno vissuto lontano dalla loro terra. Ecco le loro storie.

Penserete subito che è il tipico cliché del Sud ma questa storia ha un risvolto differenteraccontano Paola ed EnricoLasceresti la tua città per lavoro? Nasci, cresci, studi, lavori per la tua realizzazione. Queste sono le tappe principali che caratterizzano la prima parte della vita di ognuno di noi ma in quanti temono il proprio futuro? A quanti di noi è stato chiesto se avremmo voluto lasciare la propria città per andare altrove per il lavoro dei tuoi sogni? Ebbene, soltanto quando si è davvero al punto di dover rispondere a questa domanda ci possiamo, in un certo senso, grandi“.

Vi abituerete, ci ripetevano sempre – raccontano ancora – Dicevano che con il tempo sarebbe diventato più facile, ma la verità è che lo dicono per dire, vi possiamo assicurare che non sarà mai completamente così. Se non si vive questo tipo di esperienza non si può capire davvero ciò che si prova“.

Ci siamo trasferiti per lavoro a Milano – aggiunge Paola – lui per una proposta talmente soddisfacente alla sola età di 30 anni da decidere di lasciare il suo territorio, sul quale era particolarmente attivo, di punto in bianco; io, invece, che potevo lavorare ovunque in modalità smart ma che lo ha seguito per rendere questa sua scelta meno difficile. Come coppia, abbiamo vissuto l’entusiasmo della convivenza, la responsabilità reciproca, l’essere diventati una vera e propria famiglia ma abbiamo capito che il lavoro e le relazioni sono inevitabilmente una parte essenziale della nostra vita“.

La modalità smart ha permesso a me di vivere di più quella che stava diventando con fatica la mia nuova città ma, al tempo stesso, la mancanza di colleghi nel territorio non mi ha permesso di creare nuove relazioni e avere nuovi punti di riferimento – sottolinea ancora Paola – Per Enrico, invece, le cose sono state diverse. Pian piano ha stretto amicizia con i colleghi, persone del posto ma con le loro radicate abitudini. Non è stato facile farsi fare spazio tra esse ma con il passare del tempo è stato tutto più naturale. Dopo mesi dal nostro trasferimento abbiamo iniziato a tessere relazioni con loro, ad uscire con coppie alle quali se ne univano altre e in questo modo ci siamo sentiti meno soli. Anche le nostre famiglie iniziavano ad abituarsi all’idea che saremmo rimasti al Nord per sempre. Ogni tanto cercavamo di scendere e sorprenderli ma il tempo non bastava mai per tutti: familiari con i quali trascorrere una giornata, amici da andare a salutare e altri che non riuscivamo a raggiungere. Pian piano scendere diventava anche stressante e ci sentivamo in colpa di non riuscire a fare tutto nei giorni a disposizione ma non avevamo altra scelta“.

Tornando a Milano era un po’ come se tornassimo rassegnati alla nostra nuova realtà – raccontano ancora – Non ci siamo mai abituati ma un po’ rassegnati all’idea di tornare giù, sicuramente. Al tempo stesso però possiamo dire che abbiamo cercato di trarre ogni aspetto positivo da questa storia. Piangerci addosso e pensare a quello che ci mancava non avrebbe potuto apportare nessun cambiamento per cui sarebbe stato inutile. Vivere in una città nuova stimolava in noi la voglia di scoprirla di più. Tantissime erano le attività che potevamo fare, paesi vicini da andare a visitare grazie ai mezzi di trasporto ineccepibili e con quell’entusiasmo di stare in una metropoli dalle mille opportunità ma anche con tante difficoltà come il costo della vita. Avevamo comunque iniziato a costruire delle nostre abitudini come una passeggiata al parco di pomeriggio, il nostro supermercato di fiducia, il centro estetico, il parrucchiere e un caffè al bar che ci faceva sentire come a casa“.

Leggendo queste righe starete pensando: e quindi? Perchè la vostra storia dovrebbe avere un risvolto diverso? Ebbene, con gran sorpresa, anche nostra, abbiamo vissuto il rovescio della medaglia – concludono – Quella che ormai sembrava la nostra vita da lì a poco sarebbe cambiata. La proposta lavorativa dei sogni di lui, quella per la quale difficilmente ci si sente all’altezza o per la quale si pensa che non poteva mai capitare a lui, è arrivata per stravolgere la vita di entrambi (ancora una volta). Abbiamo pensato subito subito al da farsi ma, credeteci, la decisione è stata più difficile di quello che pensavamo. Ormai avevamo le nostre nuove abitudini, una città che per quanto cara e difficile aveva tanto ancora da offrirci, pensieri sul futuro che iniziavano a prendere forma ma dall’altro lato un forte bisogno di ritornare dov’eravamo: tra i nostri genitori, familiari, amici, passioni, azione cattolica e tutte quelle attività che prima ci facevano stare bene. Così, all’improvviso, abbiamo dovuto prendere una decisione consapevole. E tra restare in una città che ci stava offrendo tanto ed una dalla quale siamo dovuti andare via ma che ci stava dando la possibilità di ritornare abbiamo scelto la nostra città, Nola. Possiamo dire che la nostra esperienza, seppur sia durata soltanto un anno ci ha dato tantissimo. Sarà stata una riconoscenza per il sacrificio che abbiamo fatto di lasciare tutto e andare lontano? Non lo sappiamo ma possiamo dire di essere cresciuti come persone singole e come coppia e Milano resterà inevitabilmente nei nostri cuori. Non vi neghiamo che appena ne abbiamo occasione torniamo spesso lì. Ad oggi siamo felici di essere nel nostro territorio anzi ci sentiamo davvero fortunati di averlo potuto fare ma chissà se un giorno, guardandoci indietro, diremo che abbiamo preso la scelta giusta. Chissà se anche i nostri figli saranno costretti a fare lo stesso. Lo scopriremo solo vivendo“.

Simile è anche la storia della nostra Carolina che, invece, per Milano è partita.Sono tanti i giovani che emigrano dal sud al nord Italia in cerca di un’occupazione migliore lasciando a casa gli  affetti più cari – racconta – Negli ultimi anni la disoccupazione giovanile ha assunto dei risvolti davvero drammatici. Si parte per il nord Italia, ma anche per l’estero, in cerca di un lavoro stabile, di diritti e di una vita migliore. Tra questi giovani emigranti ci sono anche io, da qualche mese milanese per adozione“.

Mi sono trasferita in Lombardia dopo anni di precariato – aggiunge – Qui al nord è tutto diverso, a partire dal clima più rigido e, purtroppo, dai  costi  della vita alti. Esistono, dunque, dei pro e dei contro al nord, per i quali spero in un celere intervento da parte del Governo. I costi della vita al nord sono molto alti, per non parlare degli affitti delle case e delle relative speculazioni messe in atto dalle agenzie immobiliari. Per un buco di casa l’affitto si aggira intorno agli 800/900 euro. A tali spese si aggiungono quelle condominiali e, se ci si rivolge alle agenzie immobiliari, occorre anche pagare  una cospicua provvigione. Ad aggravare questi costi vi sono poi le cauzioni che possono essere o bimestrali o trimestrali. Nella maggior parte dei casi conviene fittare una casa in periferia, dove gli affitti costano di meno, o dividere l’appartamento con un paio di persone al fine di poter ripartire alla meglio i costi“.

Si stringono i denti, si tira un sospiro di sollievo quando alle proprie spalle vi sono i genitori, pronti a dare una mano – racconta ancora – Non mi pento di aver lasciato la mia città. Ho pensato al mio avvenire e ai tanti sacrifici logistici ed economici compiuti negli anni addietro. Certo, si parte per il nord con un pizzico di  malinconia, ma poi  la determinazione, forza motrice che muove tutte le cose, riesce a compensare la tristezza. A questo si aggiungono le nuove esperienze, si amplia il baglio culturale e umano, si stringono nuove amicizie e ci si organizza il tempo libero in maniera più costruttiva. La vita continua – conclude Carolina – ma il cuore è sempre per la propria città, dove si spera, un giorno, di poter ritornare“.

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