La fuga dei pensionati italiani all’estero

di Milena Liberti

Al rientro dalla Tunisia non posso fare a meno di esprimere la mia solidarietà verso tutti quei pensionati che scappano dall’Italia per rifugiarsi in Paesi dove la fiscalizzazione è molto contenuta. Il mio rammarico è rivolto ai nostri politici che non si pongono alcuna domanda su una fuga indiscriminata e sempre più massiccia sia dei giovani cervelli che degli anziani che, per una vita più decorosa, si trasferiscono nei Paesi dove la tassazione è minore.

In particolare, in Tunisia c’è una comunità di italiani che supera le 7 mila unità, per non parlare del Portogallo, dell’Albania, della Bulgaria ecc, la lista è lunga. Come non si riesce a dare prospettive ai giovani, allo stesso modo non si riesce a trattenere gli anziani. Qualcosa non funziona.

In Tunisia la tassazione è bassissima, è prevista l’esenzione da tassazione dell’80% della pensione e il restante 20% è tassato al 13%. Con mille euro al mese gli anziani hanno una vita più che decente, possono fittare una casa di fronte al mare, possono permettersi di mangiare al ristorante, addirittura ad Hammamet giocano al golf con una tessera annuale di circa 250 euro. L’agevolazione si estende anche ai titolari di pensioni maturate alle dipendenze della pubblica amministrazione (sono pochissimi gli stati che permettono tale agevolazione ai dipendenti ex INPDAP, ndr).

Il fenomeno è preoccupante. Dando un’occhiata infatti ai dati del Rapporto della Fondazione Migrantes, rilevato da Repubblica, gli over 65 iscritti all’Aire – l’anagrafe degli italiani residenti all’estero – sono aumentati del 103,5% dal 2006 ad oggi. Il problema della fuga all’estero non è solo etico, perché una persona nata e cresciuta in Italia, arrivata alla terza età per avere una vita dignitosa deve espatriare, ma è anche una perdita di potenziali consumatori e contribuenti. Lo Stato continua a pagare ma in cambio non riceve nulla perché il reddito viene speso altrove.

Ma quali sono le mete tunisine più richieste? La più gettonata è sicuramente Hammamet, perché è a 30 minuti dall’aeroporto di Tunisi e ci vivono circa 4500 italiani, una comunità numerosa, in cui l’italiano è abbastanza diffuso e ci sono bar e locali commerciai gestiti da italiani. La seconda meta è Sousse, la terza città della Tunisia per numero di abitanti dopo Tunisi e Sfax. Città a vocazione turistica, ha tutte le caratteristiche di una città europea ed è il centro geografico economico e culturale del Sahel, tanto da essere chiamata “la perla del Sahel”. Si affaccia sul mar Mediterraneo ed è caratterizzata da una vivace vita notturna e da un mare cristallino dove trascorrere la giornata.

Per gli amanti della cultura, poi, non mancano interessanti siti, tra cui la Medina, che è inserita nei siti patrimoni UNESCO, il Ribat, una fortezza del VIII secolo, e la Grande Moschea. Insomma, non ci si annoia di certo a Sousse. Monastir è un altro sito storico dove decidere di trasferirsi. A circa mezz’ora di macchina da Sousse, si tratta di un centro turistico importante dove sono sorti numerosi alberghi e resort in grado di ospitare i turisti al meglio. Anche Djerba rientra in questo elenco. Meno gettonata perché distante dall’aeroporto di Tunisi, poco comoda per gli italiani, sebbene sia dotata di un aeroporto che è collegato con l’Italia. Un’isola dalle spiagge mediterranee e città bianche situata all’ingresso del deserto e segnata dall’influenza dei berberi, ebrei e culture africane, qui di europeo non si trova molto.

Non ci resta che fare i nostri auguri di lunga vita a tutti i pensionati all’estero, auspicando che si godano la loro pensione tra spiagge dorate e mare cristallino.

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