Nola: sindaci, sindacati e MIC a sostegno dei dottori sospesi

di Nello Cassese

Una mattinata caldissima quella vissuta all’ospedale di Nola, l’ennesima, anche se si toccano ormai i 3 gradi, verrebbe da dire. Sindaci, sindacati, infermieri, tutti sono scesi al fianco dei dottori sospesi e del personale che ora, come non mai in questi anni, sembra avere una voce forte ed essere “coccolato”.

Alle porte dell’ospedale è stato posizionato un presidio sindacale dell’ USB (Unione Sindacale di Base) con bandiere sventolanti e tanta voglia di far sentire la propria voce, ora più che mai :

Noi della USB da anni ormai denunciamo il graduale smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale Pubblico. A Nola è successo proprio quello che abbiamo previsto nelle nostre denunce: un servizio pubblico devastato e ormai inadeguato a dare risposte ai bisogni sanitari. L’Italia ha una spesa pubblica sanitaria inferiore per un terzo agli altri Paesi dell’area Euro, per non parlare della proporzione dei posti letto per abitante, 3.4 x 1000 rispetto ai 6.3 della Francia e agli 8.3 della Germania. Per questo noi rivendichiamo il diritto alla salute pubblica e il ripristino di un servizio sanitario nazionale pubblico senza ulteriori riduzioni dei livelli di assistenza e dei posti letto.

Presente anche il sindaco di Nola Geremia Biancardi che ha espresso tutto il suo disaccordo con quanto sta accadendo:

Siamo tutti qui per difendere la dignità di chi lavora con spirito di abnegazione senza precedenti, questi dottori lavorano anche 16-17 ore al giorno. Voglio sottolineare che non ci troviamo ad affrontare un caso di malasanità, noi ora stiamo affrontando le conseguenze di una cattiva gestione del servizio sanitario da parte delle Regione. Vogliamo una emodinamica aperta h24, vogliamo la riapertura costante delle sale operatorie. Chiediamo al Governatore di sedersi con noi e siamo interessati soprattutto che ritiri questi abnormi provvedimenti adottati contro questi dottori

E’ tanta l’affluenza all’ospedale di Nola, le storie si intrecciano ed ecco quindi che si possono scoprire altri problematiche campane, impolverate, meno sonanti, ma altrettanto gravi. Erano presenti stamattina anche alcuni delegati del giovane Movimento Infermieri Campani e Professioni Sanitarie (MIC & PS), un gruppo di infermieri campani che sono costretti a lavorare fuori regione perchè la procedura di graduatoria in Campania è logorante e malfunzionante.

Siamo campani ma siamo dei lavoratori fuori regione. Da anni cerchiamo di rientrare nella nostra terra tramite la mobilità ma ci risulta praticamente impossibile. – spiega Domenico Farese, rappresentante del MIC – Per assumere personale vengono interpellate agenzie interinali private, vengono quindi usati fondi pubblici per pagare assunzioni che dovrebbero avvenire tramite graduatoria. Sono soldi che potrebbero essere spesi per acquistare strumenti di prima necessità, come ad esempio le barelle. Anche al Ruggi la graduatoria per l’assunzione degli O.S.S. è praticamente ferma. Noi vogliamo solo tornare nella nostra regione e portare l’esperienza che abbiamo accumulato negli ospedali del Nord. Oggi siamo qui anche noi per esprimere solidarietà ai nostri colleghi

Tante le voci, tante le storie, tanta la rabbia. Ciò che accomuna tutto è un solo elemento : l’inadeguatezza del servizio sanitario pubblico. Inadeguatamente umano perchè costringe i figli di una terra a partire per cercare lavoro altrove, inadeguatamente professionale perchè obbliga dottori ed infermieri a lavorare con risorse inesistenti, inadeguatamente morale perchè sfrutta i suoi lavoratori per poi incolparli di ciò che non hanno prodotto loro. Molte ancora le risposte da dare, ciò che è certo è che questa non è la prima pagina di questo dramma, e non sarà sicuramente l’ultima.

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