Corruzione, turbata libertà degli incanti e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sono queste le accuse mosse dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che hanno portato al fermo di dieci presone tra amministratori di strutture pubbliche partenopee, legali rappresentanti di imprese e imprenditori e che evidenziano ancora una volta la crisi di valori del settore pubblico in Italia. Sotto la lente di ingrandimento una serie di appalti presso l’ospedale Santobono-Pausilipon e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario. Le indagini si basano sulle accuse dell’imprenditore Pietro Coci che ha raccontato di tangenti che i vertici della Manutencoop, colosso delle cooperative aderente alla Legacoop, avrebbero versato nelle mani di un dipendente del Santobono per avere l’appalto delle pulizie nella struttura ospedaliera. Coci affermò di averne parlato con due “uomini Manutencoop” i quali “senza colpo ferire e senza fare una piega mi dissero che erano assolutamente d’accordo e che per loro la prassi era di pagare sistematicamente nel settore degli appalti il 2-2,5% di tangente e non il 4%” (il Fatto Quotidiano). Mentre un secondo appalto, quello per le pulizie all’Adisu, vede protagonista sempre Coci, il quale ha ammesso di aver corrotto Umberto Accettullo e Pasquale Greco, rispettivamente direttore amministrativo e geometra dell’Adisu Orientale, Federico II e Parthenope. In manette tra carcere, domiciliari e obbligo di soggiorno nel comune di residenza, oltre ai sopra citati personaggi, sono finiti Giorgio Poziello, coordinatore infermieristico della sala operatoria del Santobono-Pausilipon, accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, Pasquale Arace, dirigente dell’ospedale, Gaetano Russo, dipendente del Santobono, Danilo Berardi, direttore divisione mercati della Manutencoop, l’imprenditore Pasquale Cosentino e Guglielmo Manna, avvocato ed esponente dello staff legale dell’ospedale Santobono ed ex marito del giudice Anna Scognamiglio, che sentenziò la permanenza in carica del Governatore Vincenzo De Luca.
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Vincenzo Persico
Classe 1991, laureato in Economia Aziendale all’Università Federico II di Napoli ed Esperto Contabile. Interessi particolari : sport, politica e soprattutto economia. Si occupa per il giornale, in particolare, di Tributaria ed economia nazionale.
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