Arrivano le piante mangia smog: quali sono e quali effetti producono?

di Gerardo Nicastro

Dal leccio al bagolaro, dal tiglio all’olmo campestre. E poi, il Ginkgo Biloba e la fotinia. Ecco alcune delle piante mangia smog che dovrebbero sempre più trovare posto nelle nostre città. Per combattere l’emergenza inquinamento, gli alberi mangia polveri sono essenziali per ripulire l’aria e dare respiro ai nostri polmoni.

Lo afferma Coldiretti, ricordando che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno. Dodici piante assorbono, spiega Coldiretti, l’equivalente della CO2 emessa da un’auto di media cilindrata che percorre 10mila km all’anno. E piante antismog sono anche la Betulla, il Cerro, il Ginkgo Biloba, il Tiglio, il Bagolaro, l’Olmo campestre, il Frassino comune e l’Ontano nero.

Ci sono poi le piante d’appartamento che riescono a ridurre fino al 20% la presenza di anidride carbonica in case, scuole, uffici e ospedali abbattendo il 15% di polveri sottili PM 2,5. Si va dalla Sansevieria alla Yucca, dalla Camadorrea alla Schefflera, dal Pothos alla Diffenbacchia, dallo Spatifillo fino ad arrivare all’Anturium. Ecco, quindi, un modo efficace per combattere l’inquinamento dell’aria negli ambienti chiusi, talmente diffuso da essere descritto come “sindrome dell’edificio malato”, dato che causa mal di testa e problemi respiratori.

E’ dunque urgente, sottolinea Coldiretti, intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato. In Toscana, mediamente abbiamo 19,9 alberi per ogni 100 abitanti. In tal senso, la città più virtuosa è Arezzo (41,6), mentre Firenze si ferma a 19,9. 24 gli alberi ogni 100 abitanti censiti a Massa. Appena 4,2 a Lucca, invece, fanalino di coda di questa classifica effettuata da Coldiretti attraverso i dati Istat del 2021.

Oltretutto, la presenza di area verdi è un importante baluardo contro il caldo: un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto alle zone dove non ci sono piante. Gli alberi rinfrescano gli ambienti in cui si trovano grazie sia all’ombreggiatura che creano che alla traspirazione e fotosintesi del fogliame. Sono insomma dei grandi condizionatori naturali. Un’area verde urbana di 1500 metri quadrati raffredda in media 1,5 gradi e propaga i suoi positivi effetti a decine di metri di distanza.

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