Galateo o legge: quando puoi essere cacciato da una chiesa?

Carolina Cassese Carolina Cassese16 Ottobre 20233 min

Il sacerdote può cacciare i fedeli dalla chiesa? Se una persona, durante la celebrazione della messa, dovesse cominciare ad alzare la voce o perfino bestemmiare, cosa potrebbe fare il parroco? Dovrebbe chiamare i carabinieri oppure potrebbe mandare via chi disturba la funzione anche con l’utilizzo della forza? Vediamo cosa dice la Legge.

Sebbene non esista un galateo formale, in chiesa occorre mantenere una condotta rispettosa della sacralità del luogo. Sicuramente non è possibile parlare ad alta voce, gridare, tenere il volume della suoneria del telefonino, indossare abiti poco consoni, occupare posti non adibiti ai fedeli, lasciarsi andare ad effusioni romantiche o ad altre condotte scandalose. Chi va in chiesa deve sedere regolarmente nei banchi, stare in silenzio, spegnere o togliere la suoneria al cellulare, non parlare ad alta voce, nemmeno con chi sta seduto accanto, e può  avvicinarsi all’altare solamente in casi specifici ( es per prendere la Comunione).

La chiesa è un luogo aperto al pubblico dove è possibile fare ingresso rispettando alcune condizioni. Il prete può cacciare i fedeli dalla chiesa se hanno una condotta poco consona al luogo sacro in cui si trovano? La risposta è si. Si pensi al sacerdote che, durante la messa, scopre due persone che amoreggiano tra i banchi, oppure nota alcuni soggetti che parlano ad alta voce disturbando la celebrazione. In casi del genere, il parroco può invitare i fedeli ad abbandonare la chiesa. Il sacerdote può agire in tal senso poiché la chiesa non è un luogo pubblico bensì un luogo aperto al pubblico di proprietà della diocesi. Pertanto, al venir meno delle condizioni che consentono l’ingresso e la permanenza nell’edificio, il prete può decidere di mandar via i fedeli poco educati. Il parroco, infatti, presiede la parrocchia che gli è stata affidata dal vescovo, comportandosi come un vero e proprio custode di essa. Per tali motivi, può intimare ai fedeli maleducati di allontanarsi.

Cosa fare se, nonostante l’invito ad andarsene, i soggetti che disturbano la funzione religiosa decidono di non obbedire? La Legge non tollera l’uso della forza, se non in presenza di legittima difesa, pertanto il parroco non potrebbe mai usare la violenza per mandare via i fedeli maleducati che creano disturbo durante la Messa. Come comportarsi in questi casi? È possibile chiamare le forze dell’ordine?

Secondo la Legge, è reato interrompere una funzione religiosa: la pena è la reclusione fino a due anni, aumentata a tre nel caso in cui il fatto sia commesso con violenza o con minaccia. Il parroco può quindi chiamare i carabinieri se qualcuno dei fedeli rende impossibile l’inizio o la prosecuzione della celebrazione, ad esempio perché alza la voce, inveisce oppure si agita tra i banchi. Il reato scatta anche se la condotta del fedele turba la funzione religiosa; si pensi a chi, durante un funerale, guarda la partita in streaming attraverso un tablet senza abbassare il volume del dispositivo. Sarebbe possibile chiamare le forze dell’ordine anche nel caso di abbigliamento inappropriato; in questa ipotesi scatterebbe l’illecito amministrativo degli atti contrari alla pubblica decenza.

Secondo la Cassazione, quando un fedele si presenta  in chiesa con un abbigliamento inappropriato al luogo sarà possibile chiamare i carabinieri, purché si tratti di abiti talmente provocatori da offendere i principi della morale. Infine, la Cassazione  ha precisato che per far sorgere l’illecito non è sufficiente che il soggetto indossi un abbigliamento trasgressivo; è necessario, invece, che lo stesso accompagni all’uso di tali forme di vestiario comportamenti capaci di suscitare in chi osserva un senso di riprovazione.

Carolina Cassese

Carolina Cassese

Laureata in giurisprudenza presso l ‘Università degli studi di Napoli Parthenope, dopo aver svolto pratica forense nella materia di diritto civile, decide di intraprendere la carriera dell’insegnamento di diritto ed economia politica presso l’istituto paritario Kolbe di Nola. Ha conseguito diversi master e specializzazioni per l‘ insegnamento ed attualmente collabora con l‘associazione Saviogroup, di cui è vicepresidente, realizzando articoli e servizi fotografici attinenti la festa dei gigli di Nola e non solo. Membro membro del Cda della Pro loco di Nola città d ‘arte con delega alla festa dei gigli. Fa parte del direttivo dell’associazione delle reti delle macchine a spalla. Membro del coro diocesano del Duomo di Nola. Ama il nuoto la pallavolo, la ginnastica artistica e la danza classica, che ha praticato in tenerà età. Da piccola ha studiato pianoforte ed è appassionata di musica classica, napoletana e dei gigli degli anni ‘70 e ‘80. In passato ha inciso alcune canzoni dei gigli, sposando il suo amore per il canto con la festa dei gigli di Nola. Ama trascorrere i weekend al cinema o prendendo parte ad escursioni nei posti più belli della Campania.

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