Iniziano a delinearsi i contorni della vicenda relativa alla scomparsa dei tre napoletani in Messico avvenuta lo scorso 31 gennaio. Raffaele Russo di 60 anni, il figlio Antonio di 25 e il nipote Vincenzo Cimmino di 29, attivi nel commercio import-export di generatori elettrici, secondo i familiari sarebbero stati venduti da alcuni poliziotti che li avevano fermati ad un’organizzazione criminale per 43 euro. Proprio per questo 4 agenti messicani, tre uomini e una donna, sono stati prima fermati e, dopo aver effettivamente confessato di aver venduto i tre senza svelare alcun particolare, sono stati rinviati a giudizio e per loro è scattato un anno di carcere preventivo. Quello che ora resta da capire è a chi siano stati venduti e che fine abbiano fatto i tre. Dalle ultime indiscrezioni pare che la procura locale abbia individuato una possibile pista nella banda “Jalisco Nueva Generacion”. Proprio nella zona di Jalisco, dove i napoletani sono stati visti per l’ultima volta, ma anche negli stati di Michoacan e Colima le ricerche proseguono senza sosta. Si indaga, inoltre, sui precedenti dei tre e stando alle notizie di alcune fonti locali messicane pare che Russo avesse precedenti per truffa sia in Italia che in Messico. I familiari, che continuano a sperare nel ritrovamento dei loro cari, smentiscono categoricamente queste voci.
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Vincenzo Persico
Classe 1991, laureato in Economia Aziendale all’Università Federico II di Napoli ed Esperto Contabile. Interessi particolari : sport, politica e soprattutto economia. Si occupa per il giornale, in particolare, di Tributaria ed economia nazionale.
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