“Tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita, i salari insufficienti sono una grande questione per l’Italia“. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiarito bene quale sia l’attuale situazione italiana, dove ormai neanche più la favola del posto fisso regge alla realtà. Secondo un recente rapporto OCSE, il costo del lavoro è alto ma il reddito dei lavoratori dipendenti è penalizzato dal cuneo fiscale e quindi dalla tassazione. Attualmente l’Italia è al 17° posto nella classifica del costo del lavoro, mentre in quella sulla situazione singola del lavoratore si posiziona al 23° posto su 38, con un salario netto di 41.438 dollari (circa 36500 euro) contro la media Ocse di 45.123 dollari. Per quanto riguarda l’occupazione, invece, a febbraio 2025 l’ISTAT ha rilevato un aumento (+0.2%), mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 5,9% (-0,3 punti percentuali). Anche la disoccupazione giovanile è calata (16,9%), così come il numero di persone in cerca di lavoro (-4,9%, ovvero -79mila unità). Quello che fa preoccupare, quindi, resta la questione dei salari. Ancora troppo bassi in rapporto ai costi: dal 2008 i salari reali sono in calo dell’8,7%, ponendo l’Italia ultima tra i Paesi del G20.
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