“La moglie di Tchaikovsky”: amore e mistero nella vita del grande compositore

di Milena Liberti

Sulle piattaforme in streaming, in particolare su Prime Video, da qualche giorno si può vedere il film “La moglie di Tchaikovsky“. Il regista ha messo in evidenza la figura di Antonina Miliukova, moglie del grande compositore, restituendoci un’immagine di donna ossessionata non dall’amore per l’uomo, ma per l’artista e ciò che lui rappresentava.

Questa è la trama: Il 18 luglio 1877 Tchaikovsky sposa una sua ex allieva, Antonina Ivanovna Miljukova (nel film Alyona Mikhailova), matrimonio fortemente voluto dalla giovane donna, perdutamente innamorata del grande compositore. Purtroppo, però, Peter Tchaikovsky, interpretato da Odin Lund Biron, non ama le donne, ma accetta di sposarla per allontanare da sé le accuse di omosessualità. La coppia passa pochi momenti insieme. Tuttavia Antonina non cerca la libertà, rifiuta il divorzio e trasforma il suo amore in una patologica ossessione. Il regista, ironico e sagace, per dare l’idea del film che vuole trasmettere al pubblico in sala, mette in scena nell’icipit la morte del compositore che avviene nel 1983. La moglie giunge nella casa dove si tiene la veglia funebre. Le numerose persone presenti si allargano per fare spazio alla vedova, ma lei rimane sulla porta e il defunto, indispettito dalla sua venuta, si alza. L’irreale conclusione di una vita passata a fuggire quel legame che pure da morto lo perseguita.

Il regista Serebrennikov, dissidente processato dal regime di Putin, autore originale che nel 2022 ha portato a Cannes questo film, ha confermato il suo stile con una ricostruzione totalmente libera della biografia di un grande musicista dell’Ottocento. Il regista usa piani sequenza dal sapore onirico e visionario (vedi la scena del defunto che si alza) e ci restituisce un’immagine della protagonista che non vuole accettare il rifiuto palese del marito.

La storia di Peter e Antonina era già stata raccontata da Ken Russel nel 1970 con L’altra faccia dell’amore, ma quello era un film su Tchaikovsky. Quello di Serebrennikov è invece un film su una morbosa ossessione, su un amore e una promessa tradita. La figura del grande compositore è in secondo piano, figura che viene presentata nelle sue grandezze ma anche nelle sue debolezze.

Il film è lento in alcune sequenze come tutti i grandi romanzi dell’Ottocento, però è da vedere, consigliato anche da alcune testate giornalistiche del settore. Lo consiglio!

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